Touring magazine si occupa di Venafro. Più precisamente dell’olio di Venafro. E ne traccia una «apologia». L’articolo di Vittorio Emiliani parla di «gioielli di famiglia», ricordando come «fin dai tempi dei Sanniti nel borgo molisano si coltivano le più pregiate varietà di ulivi».
Insomma, come si legge sul Touring magazine, «chi dice Venafro, dice ulivi, fra i più antichi piantati in Italia, dice olio d’oliva di gran pregio. La cittadina molisana, ai piedi del maestoso massiccio delle Mainarde (inserito nel Parco nazionale d’Abruzzo) è immersa nel verde argenteo degli ulivi che lì hanno casa da millenni. È un leggendario personaggio sannita, Licinio, a importarli qui dalla Grecia sfidando chi sosteneva che potevano attecchire solo sul mare e non in collina, sotto quei monti».
La rivista ricorda poi la recente iniziativa dell’Associazione nazionale dei Patriarchi che ha piantato nel Parco regionale dell’Olivo un giardino con le più pregiate varietà di ulivi storici. Vittorio Emiliani sottolinea inoltre come Venafro sia conosciuta anche perché «città delle 33 chiese», senza dimenticare il teatro e l’anfiteatro (Verlasce) romani. Dunque, una vetrina nazionale di tutto rispetto, macchiata solo dalla “svista” del consiglio: «Godetevi dal mare il paesaggio, la vista di Venafro e delle sue colline di ulivi»…
Sia come sia, il Touring magazine – rivista del prestigioso Touring club italiano – si è accorto delle peculiarità di Venafro, soprattutto dell’olio e degli oliveti. Peccato, quindi, che il Parco regionale storico-agricolo dell’Olivo sia ormai senza soldi perché dalla Regione (che ha istituito l’ente) non arrivano i fondi: in particolare mancano i trasferimenti del 2015 e del 2017, oltre al 2018 in corso.

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