Ai dubbi di chi si domanda se realmente c’è la volontà di cambiare la legge elettorale in Molise, ormai quasi unica regione a votare ancora col Tatarellum dei primi anni ’90, il governatore Paolo Frattura risponde: «La legge elettorale del Molise si deve fare perché dobbiamo recepire le indicazioni nazionali in merito alla presenza di genere nelle liste e alla possibilità della doppia preferenza». Obbligo normativo, ma anche ragioni di opportunità, aggiunge Frattura: «Ritengo sia giusto che la Regione si doti di una propria legge visto che da quando è subentrato il sistema maggioritario al proporzionale il Molise ha continuato a votare con il riferimento alla norma nazionale».
Presidente, il capogruppo dei Popolari per l’Italia Vincenzo Niro ha presentato un disegno di legge, insieme a Di Pietro e Sabusco, che ha più o meno gli stessi contenuti di quella a cui sta lavorando lei. Quindi si domanda perché non si emenda quel testo invece di ripartire da capo.
«Il tema non è quello di emendare un testo o un altro. Il problema è scrivere una norma chiara, di immediata applicazione e soprattutto, mi auguro, che cancelli la possibilità del ricorso alla giustizia amministrativa a fronte del risultato elettorale: e lo si fa semplificando le procedure e chiarendo le attribuzioni con rigore e puntualità. Sotto questo aspetto non si tratta di discutere in Consiglio di una legge e semmai emendarla. Io sottolineo allora la sensibilità dimostrata anche dal presidente Niro in occasione dell’avvio della discussione in Consiglio, e cioè di assentire al ritorno in Commissione perché la proposta potesse essere dibattuta al meglio in quell’organismo. Come pure l’apertura alla minoranza – il presidente Iorio ebbe ad invitare la maggioranza a formalizzare una proposta sulla quale poi confrontarsi – ritengo che sia in linea perché i tempi siano veloci e, mi auguro, con determinazione si arrivi all’approvazione il prima possibile».
A proposito dell’ex governatore Iorio. Qualche giorno fa ha detto che Isernia e il Molise sono in crisi per colpa della sua amministrazione regionale, definendola sorda alle esigenze di quel territorio.
«Forse dovremmo suggerire un passaggio alla Maico al presidente Iorio… Mi si conceda un minimo di ironia. Ci vuole perché evidentemente non solo è un problema di sordità ma anche di memoria, un po’ di fosforo lo aiuterebbe a considerare il Molise che ci ha lasciato nel 2012 per verificare lo stato dell’arte.
Voglio allora ricordare che l’Ittierre, con tutto il caos legato anche alla fidejussione, porta la firma di Michele Iorio, quindi della sua maggioranza e del suo governo. Voglio ricordare che il fallimento dello Zuccherificio porta una firma e una responsabilità: sempre di Michele Iorio. Voglio ricordare che il default della Solagrital prima e della Gam poi porta una firma e una responsabilità sempre di Michele Iorio e della sua maggioranza. Voglio ricordare la sanità, con i 600 milioni di debiti accumulati dal 2007 quando con il governo Prodi intervenne con un contributo straordinario – 500 milioni per azzerare il debito – e lui è stato capace in sei anni di rideterminare un debito di oltre 600 milioni di euro. Se non mi fermo passeremo la giornata a ricordare tutte le disattenzioni politiche e amministrative del presidente Iorio non per la provincia di Isernia ma per l’intera regione.
Oggi sarebbe divertente assai sedersi con il consigliere, ex presidente, Iorio con le fotografie del Molise al 31 dicembre 2012 e al 31 dicembre 2017 per verificare cosa questo governo e questa maggioranza hanno fatto per il Molise e per la provincia di Isernia».
Ma dopo tanti sacrifici lei vede la fine del tunnel per il Molise, presidente?
«Mi pare di poterlo dire con fatti e con certezza. La ripresa ce la certificano tutti: i dati occupazionali finalmente sono in controtendenza, i bandi per dell’area di crisi – con buona pace di qualche senatore che si ritrova senatore per caso – sono stati di fatto pubblicati, le iniziative con l’interesse degli imprenditori locali e di fuori regione mi pare che ci siano tutte. Insomma gli indicatori sono tutti favorevoli. Mi auguro che con un pizzico di ottimismo, buttando la maschera di questo pessimismo atavico che deve contraddistinguere non so per quale motivo questa regione, si possa dire con orgoglio: ci siamo e davvero l’inversione di rotta c’è».
r.i.

Un Commento

  1. Demetrio scrive:

    Su questo sono d’accordo, e non perché difendo in modo acritico l’altra parte. Non bisogna mai avere la memoria corta, altrimenti si commetteranno gli stessi errori di chi ci ha preceduto.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.