Se da un lato i rapporti fra l’ex governatore Iorio e i vertici locali di Forza Italia sono tornati al sereno, dall’altro l’eurodeputato Patriciello – uomo forte degli azzurri in Molise e nel Sud – non è intenzionato a cedere il passo. Vuole contare nella ricostruzione del centrodestra, non arretra rispetto alla sua richiesta di discontinuità per lo schieramento che cinque anni fa non ebbe il suo appoggio alle regionali per questo motivo, perché cioè non era cambiato.
Una giornata campale, quella di ieri, che ha visto protagonista Patriciello nella Capitale mentre i big del centrodestra erano alle prese con la questione più spinosa da risolvere per l’election day del 4 marzo.
L’imbuto era il Lazio. Trovare la quadra, cioè, sul candidato governatore da contrapporre a Zingaretti e Lombardi. Pare che il centrodestra ieri sia uscito dal guado con una soluzione peraltro assai originale. Berlusconi & Co. punterebbero su Stefano Parisi.
Candidato sindaco contro Sala a Milano, poi ‘ricostruttore’ scelto dal Cav per ricucire le anime della coalizione e soprattutto rafforzare i moderati. La cosa non ha avuto gli esiti sperati. Però Parisi è rimasto in campo e si è radicato sul territorio. La sua Energie per l’Italia in Molise è coordinata dall’avvocato termolese Michele Marone, che è pure fra i papabili candidati per le regionali di aprile.
Certo, se il leader corre nel Lazio gli equilibri cambiano. Parisi era pronto con una squadra da schierare alle politiche autonomamente, nei collegi uninominali e nel proporzionale. L’operazione Lazio cambia lo scenario. Dunque, la ripartizione dei collegi è rimasta ancora in stand-by. La matassa dovrebbe sbrogliarsi nella giornata di oggi.
Per il Molise la ripartizione dei tre collegi maggioritari (due per la Camera e uno per il Senato) era questa: uno a testa per Forza Italia, Fratelli d’Italia e quarta gamba. I nomi in ballo, più di tre. Michele Iorio (in pole per il Senato), Annalesa Tartaglione, Mario Pietracupa e Nunzio Luciano (in quota Fi) e Filoteo Di Sandro (FdI) nelle ultime ore è esplosa la rivolta dei moderati: dai Popolari per l’Italia di Niro a Rosario De Matteis, i malumori sono venuti fuori con una certa veemenza.
Ieri a Roma, secondo quanto è trapelato da ambienti vicini a Patriciello, l’eurodeputato di Venafro avrebbe incontrato i vertici azzurri e battuto i pugni sul tavolo. Forte delle quasi 112mila preferenze raccolte nel 2014 (nella circoscrizione Sud davanti a lui solo Fitto), Patriciello rivendica di poter indicare il nome per la casella uninominale che toccherà a Forza Italia in Molise.
Il puzzle non è facile da comporre. Berlusconi sarebbe intenzionato a schierare la coordinatrice Tartaglione anche per dare l’idea di un partito rinnovato. Anche Nunzio Luciano, presidente della Cassa nazionale forense, avrebbe frecce significative al suo arco. Però Patriciello non sarebbe disposto a fare un passo indietro. È tornato a pieno titolo al tavolo del centrodestra molisano, garantendo anche un impegno logistico per la campagna elettorale non indifferente. Vuole giocare fino in fondo un ruolo da protagonista, non da semplice portatore di voti.
ppm

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