È la prima uscita pubblica da candidato governatore del Movimento 5 Stelle.
Eletto sulla piattaforma Rousseau, assieme alla squadra che lo accompagnerà in questa dura campagna elettorale, lui il 14 marzo incontra la stampa. Per ringraziare e annunciare.
I ringraziamenti ai cittadini, tantissimi, milioni, che al Movimento hanno dato nuova linfa già con le politiche del 4 marzo. Poi il messaggio a chi in questi anni «non ha amministrato con giustizia e ha obliato l’etica».
Andrea Greco, 33 anni, laureato in giurisprudenza, consulente giuridico dei pentastellati da cinque anni, attore di belle speranze che del cinema e della tv ha fatto volentieri a meno per «contribuire diversamente e fattivamente alla crescita del mio Paese» siede nella sala dell’Incubatore sociale di via Monsignor Bologna con la consigliera Patrizia Manzo, il senatore Luigi Di Marzio e l’onorevole Antonio Federico.
Nella sala, troppo piccola per contenere la folla, non ci sono soltanto i giornalisti invitati alla conferenza, ma tanta gente comune, simpatizzanti e attivisti. Ognuno di loro ad Andrea stringe la mano, sussurra «auguri» nell’orecchio, spende parole di sostegno e coraggio. È l’indizio che il «cambiamento» di cui il M5S è stato protagonista il 4 marzo, è ancora nell’aria.
Andrea Greco lo sa. E lo sa anche Patrizia Manzo che apre la conferenza e dice: «Questa è una giornata importante. Abbiamo dato grazie a voi – riferendosi agli elettori – un segnale forte alle elezioni politiche, siamo pronti a darne uno ancora più forte alle regionali del 22 aprile».
«Il nostro procedimento democratico di scelta tramite la piattaforma Rousseau, che ha un codice etico che stanno studiando in tutto il mondo ha prodotto un risultato di successo: che porta il nome di Andrea Greco e della squadra di candidati pronta a scendere in campo».
La sala esplode in un lungo applauso, Andrea Greco si commuove, abbraccia Patrizia Manzo e prende la parola.
«Prima di tutto grazie – dice testimoniando che l’aria da bravo ragazzo non è poi solo apparenza – e scusate se in questi giorni sono stato un po’ reticente e distante ma aspettavo questo momento per avervi tutti di fronte ed esporvi il nostro progetto per il Molise».
Il suo impegno con il M5S inizia nel 2012 quando terminata la pratica legale dopo l’università si è trovato di fronte ad un bivio: «Resto e provo a cambiare il Paese o cambio Paese?».
A rispondere a questa domanda lo ha aiutato il M5S, «per me uno strumento unico fatto di partecipazione, idee, progetti che non potevo scegliere di abbandonare. Quindi è iniziato un bellissimo lavoro. Fatto nelle città del Molise, in Consiglio regionale fino al 4 marzo scorso quando abbiamo raccolto i frutti del nostro lavoro. E cioè il 45% dei consensi a livello regionale e l’elezione di quattro parlamentari. Grazie a tutti».
Ancora applausi, beve un sorso d’acqua, è visibilmente emozionato, porta sulle spalle tutto il peso della “prima”.
E giù come un uragano: «Siamo alla svolta epocale – afferma – il 22 aprile potremmo riscrivere la storia e dire finalmente ‘no’ al sistema di potere che ha bloccato questa regione per decenni. Ma tutto dipende da voi. Dovete aiutarci a farlo – continua riferendosi ai tanti cittadini che nel frattempo continuano ad arrivare – Troppi giovani, troppe famiglie hanno abbandonato il Molise a noi il compito e il dovere di invertire la rotta. Come? Rimettendo al centro dell’interesse della politica i cittadini molisani».
Cita Domizio Ulpiano, politico e giurista romano, per meglio spiegare le linee guida dell’azione amministrativa che si propongono di applicare: giustizia ed etica.
Perché la giustizia – spiegava Ulpiano – è «la volontà costante e perenne di dare a ciascuno ciò che gli spetta di diritto» e in Molise «non si è amministrato con giustizia». «L’etica invece – continua Greco – è il contrario dell’egoismo. Se si amministra con egoismo certamente non si può credere si facciano gli interessi della collettività e mi basta pensare a quello che è accaduto con la sanità pubblica ormai succube del privato». E precisa: «Non racconto la classica storiella quando dico che siamo contrari all’egemonia del privato perché aggiungo che non vogliamo la soppressione del privato ma vogliamo che affianchi il pubblico e non lo sostituisca come invece è accaduto in questa regione».
Tagliente al punto giusto, argomenta e disquisisce consapevole delle contromosse. Continua a mettere a fuoco quello che ha urgenza di palesare anche nei pochi minuti della conferenza, certo che in questi giorni in molti hanno lavorato a demolirlo o a ridurlo a «ragazzotto inesperto». E lui, infatti, nel filo del discorso lo puntualizza più volte. «Più che esperienza – dice – spesso sinonimo di precedenti penali anche contro la pubblica amministrazione, bisogna che si abbiano le mani libere e la voglia di lavorare. Noi abbiamo ambedue le cose».
E rimarca: «Se ci si propone di governare secondo etica e giustizia c’è un presupposto morale da rispettare: chi si propone di governare non può avere pendenze giudiziarie e precedenti legati a reati contro la pubblica amministrazione». E dalle tasche tira fuori due certificati: il primo è del casellario giudiziale, «pulito», il secondo è relativo ai carichi pendenti, «pulito» anche questo.
«Questo – spiega – è il primo atto di trasparenza che noi del Movimento 5 Stelle facciamo rispetto ai cittadini a cui chiediamo la fiducia. E invito tutte le forze politiche a fare la stessa cosa, ma dubito sugli stessi risultati».
Ha finito. Urla di sostegno e un lungo applauso aprono la strada al candidato presidente. Di Marzio annuisce, Federico pure. Andrea Greco e i candidati del Movimento sono pronti a «riprendersi il Molise».

Cristina Niro

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