In Molise ci sono poco meno di 20mila diabetici: 18.922 nei dati Asrem 2016. Gli ultimi, e unici, disponibili e che sono il risultato di un censimento degli assistiti. Quasi 11mila (il 57%) soffrono anche di un’altra malattia cronica. Nel 17% dei casi, inoltre, il diabete è associato all’ipertensione. Solo il 5,5% è affetto solo da questa patologia, una delle più rilevanti e costose della nostra epoca: perché appunto è cronica, perché tende a provocare complicanze e perché la sua insorgenza si sta spostando in età giovanile.
I numeri di via Petrella attestano che la malattia interessa il 5,9% della popolazione assistita nel 2016. Sostanzialmente identica la distribuzione nei tre distretti: 7.357 casi in quello di Campobasso (59,35 ogni mille abitanti), 5.298 a Isernia (61,78 ogni mille abitanti) 6.267 a Termoli (62,22). La patologia prevale fra gli uomini (il 53% dei diabetici). E la fascia d’età più colpita è quella degli over 75 (con 8.262 diagnosi).
Tufara, Macchia Valfortore, San Giuliano di Puglia, Campolieto, Castellino del Biferno, Duronia, Bagnoli del Trigno, Chiauci, Poggio Sannita e Acquaviva d’Isernia: questi in comuni della regione in cui la prevalenza (casi ogni mille assistiti) è maggiore. Acquaviva è anche il centro in cui si registra il numero assoluto più alto: 130. Castelpizzuto ha il record contrario: il numero più basso di diagnosi, ovvero 34.

In altri centri (28) la prevalenza non è molto inferiore: Tavenna, Montecilfone, Montemitro, Roccavivara, Salcito, San Biase, Pietracupa, Torella del Sannio, Molise, Lucito, Castelbottaccio, Petrella Tifernina, Monacilioni, Toro, Pietracatella, Gambatesa, Gildone, San Giuliano del Sannio, Guardiaregia, Campochiaro, Spinete, Cantalupo, Sessano del Molise, Roccasicura, Vastogirardi, Sant’Agapito, Montaquila e Scapoli.

Una complicanza frequente del diabete è lo scompenso cardiaco. Le mappe sulle due patologie rilevano una certa similitudine nella distribuzione sul territorio: Tufara e Macchia Valfortore sono fra i centri in cui anche la prevalenza dello scompenso è maggiore.

Curiosità non solo geografiche, quelle soddisfatte dal volume “Una popolazione a strati” dell’ex dg dell’Asrem Gennaro Sosto da cui sono tratti i numeri di questo articolo. Conoscere la localizzazione delle cronicità – patologie molto più dispendiose per la sanità rispetto alle acuzie – è il punto di partenza per governare la domanda di salute, ribaltando la prospettiva fin qui seguita, utilizzando più efficacemente le risorse a disposizione e organizzando i servizi territoriali – il front office dell’assistenza ai cronici – in maniera razionale rispetto alle aree dove maggiore è la concentrazione di casi delle varie patologie.
Nel mondo, i diabetici sono quasi 400 milioni (3,5 in Italia), si stima che saranno 600 milioni entro il 2035. Soffrono di un aumento dei livelli di glucosio nel sangue per un deficit della quantità e, spesso, dell’efficacia biologica dell’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che controlla la glicemia nel sangue. Mentre non c’è alcuna dimostrazione che il diabete di tipo 1 possa essere prevenuto, una corretta alimentazione fa la differenza in quello di tipo 2. Infatti, fra le cause del suo aumento vi sono: il proliferare di abitudini alimentari scorrette, la crescita del numero di persone obese o in sovrappeso, stili di vita sempre più sedentari e l’invecchiamento della popolazione.
È tra le maggiori cause di morte e la seconda dell’insufficienza renale femminile. La più comune causa di cecità oltre che di amputazioni, la più diffusa malattia cronica fra i bambini. In Molise, in base ai dati dello studio pubblicato da Rubbettino e condotto da Sosto e dal suo staff quando era a capo dell’Asrem, si registrano 49 diagnosi nella fascia 0-18 anni. Nel recente rapporto Iss sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi al Covid, il diabete di tipo 2 era una patologia preesistente nel 28,9% dei casi.
Diagnosi precoce, prevenzione, corretta terapia: sono le sfide che prevalentemente il servizio sanitario pubblico ha davanti. Fondamentale lo screening, che l’emergenza coronavirus ha paralizzato e che, non solo per il diabete, stenta a ripartire: sospeso fra carenza di personale e paura di una seconda ondata. L’ultimo in Molise fu avviato a giugno 2018, in sinergia fra dg Salute, Asrem e Federfarma. Quasi 1500 (1353) le persone che aderirono, il 10% scoprì così di avere il diabete. Tutte persone, commentò l’allora primario di Endocrinologia del Cardarelli Antimo Aiello, «tirate fuori dall’anonimato diabetologico e affidate ai medici di famiglia e ai servizi di diabetologia perché possano essere riportate a una normalità metabolica e prevenire le complicanze. Prima facciamo la diagnosi, più lontane sono le complicanze».
rita iacobucci

 

*la mappa del diabete in Molise dal libro “Una popolazione a strati” pubblicato da Rubettino editore

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