Sono 196 gli edifici che la Squadra Mobile di Campobasso su delega della Procura ha studiato ed esaminato. Insieme ad un tecnico specializzato, l’ingegnere Umberto Capriglione, nominato per la circostanza ausiliario di polizia giudiziaria. Di quelli analizzati il 5 percento è privo del certificato di collaudo. Il 12 percento è attualmente inutilizzato, il 38 percento degli edifici ha conseguito l’adeguamento sismico, il rimanente 50 rappresenta invece la percentuale di strutture per le quali si deve ancora raggiungere l’adattamento sismico.
Scendiamo ancora nel dettaglio dei risultati emersi: sulle 196 scuole prese in esame, 86 edifici utilizzati non sono adeguati. Di questi, il 17 percento non è stato oggetto di alcun intervento strutturale di mitigazione del rischio pur avendo una vulnerabilità elevata. L’11 percento ha un valore di adeguatezza molto al di sotto del 65 percento. Il 17 percento ha un valore dell’adeguatezza minore dell’80 percento. Il 13 percento ha un valore medio di vulnerabilità con o senza intervento. Il 42 percento ha un valore basso di vulnerabilità con o senza intervento.
Ed ora il dettaglio delle scuole di cui nei prossimi giorni forniremo per ognuna valutazioni e perizie che in questi mesi hanno tenuto impegnati gli inquirenti fino alla chiusura dell’inchiesta avvenuta il 19 ottobre scorso. Le scuole che sono prive del certificato di collaudo ai sensi della legge 1086/1971 sono: il liceo “Galanti” di via Milano a Campobasso per il “corpo D”. L’istituto omnicomprensivo di Guglionesi – istituto magistrale, “corpo B – palestra”. Il liceo scientifico e classico di Larino. La scuola elementare “Enrico D’Ovidio” in via Roma di Campobasso per “corpo palestra”. La scuola elementare Nord di via Crispi di Campobasso (è stata però chiusa con un’ordinanza sindacale del 22 gennaio 2016). La scuola media “L.Montini” di Campobasso per il “corpo aule”.
Ci sono poi, gli edifici che hanno un’elevata vulnerabilità sismica anche rispetto a terremoti di bassa intensità. Risultati che sono emersi in base a specifici studi in possesso degli enti che sono proprietari degli immobili (Comuni, Provincia, e in qualche caso anche l’Asrem) e che nonostante tutto non hanno adottato alcun provvedimento a tutela degli occupanti. Ecco l’elenco delle scuole indicato dagli investigatori nel fascicolo d’indagine. Per la città di Campobasso: il Conservatorio “L.Perosi” (corpo A e B – Sala organo). Il liceo “Galanti” (corpo A, B e C). Il Convitto nazionale “Mario Pagano” per le aule sedi del liceo scientifico europeo.
Ed ora passiamo agli immobili sul territorio provinciale. Hanno un’elevata vulnerabilità sismica: la scuola elementare “F. de Santis” (corpo palestra) di Ferrazzano. La scuola elementare “Michele Cima” di Riccia. E sempre a Riccia troviamo nell’elenco la scuola materna, elementare e media “F. Ciccaglione” (corpo 1, 2 ,3 e 4). Infine, la scuola materna, elementare e media di Tufara.
Una lista nera, rispetto alla quale la giustizia può poco, nonostante gli esposti inoltrati dei genitori agli uffici competenti. La Procura ha studiato con attenzione e tensione le 7mila pagine prodotte dal lavoro degli agenti della Squadra Mobile e dell’ingegnere Capriglione, ma per le quali si appresta da una parte a richiedere l’archiviazione per una questione di diritto, dall’altra reclama però attenzione da parte delle autorità preposte. In sostanza gli uffici inquirenti di viale Elena nella relazione inviata al Prefetto e al Procuratore generale mette tutti in guardia dai rischi, reali, che minacciano la popolazione che soggiorna per molte ore nelle strutture scolastiche in esame.
A molti edifici, infatti, all’assenza del certificato di collaudo, si aggiunge una determinata minaccia (sismica ma anche statica) – di grave criticità per l’incolumità degli occupanti – scaturita dagli studi sismici commissionati dai proprietari degli immobili ai quali, però, non sono mai seguiti (tranne in qualche eccezione) lavori di adeguamento sismico che consentissero di superare lo stato a causa del quale in molti hanno espresso angosce e inquietudini.
A tutto questo, va aggiunto che alcuni edifici (per esempio il convitto nazionale “Mario Pagano” e il conservatorio “L.Perosi” di Campobasso) nonostante siano stati costruiti prima del 1971 quando la legge non richiedeva il certificato di collaudo (e per altro sono strutture in muratura) presentano situazioni di «particolare esposizione a rischio per l’incolumità degli occupanti, rappresentata negli studi di vulnerabilità» contenuti negli atti raccolti dagli inquirenti. La normativa presa in esame per le relazioni durante i sopralluoghi eseguiti è molto tecnica e specifica. Ma per capire l’importanza delle conclusioni cui sono giunti gli inquirenti pur non potendo portare il procedimento nelle aule di giustizia, basta partire dalla ricostruzione post sisma 2002 del Molise. Da questo momento in poi infatti «le direttive tecniche per la progettazione e realizzazione degli interventi sugli edifici pubblici e scolastici» che regolamentano la ricostruzione prevista con i fondi pubblici, stabiliscono che nel caso di edifici scolastici di interesse storico-artistico, non si riesce a raggiungere un livello di sicurezza sismico finale pari almeno al 65 percento della sicurezza prescritta per edifici adeguati, la funzione scolastica dovrà essere spostata in un immobile idoneo. Questo significa che esiste un livello di sicurezza compreso fra il 60 e il 65 percento che rappresenta una «soglia di attenzione» e che rende accettabile il rischio sismico residuo che grava sugli edifici. Se si considera che su 197 strutture esaminate dagli investigatori circa la metà (nello specifico ben 86 immobili) non sono adeguate, le conclusioni arrivano finanche senza consultare chissà quale “maestro” del mestiere. Di tutti gli edifici attenzionati, ce ne sono alcuni per cui la situazione è particolarmente grave. Di questo ci occuperemo già nell’edizione di domani.
CN

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.