Non si sono ancora concluse le indagini sulla scomparsa lampo di una bambina di 5 anni a Sant’Angelo Limosano. Della piccola si persero le tracce la sera del 2 aprile, fu ritrovata in un dirupo tra i rovi a meno di un chilometro da casa in linea d’aria circa 15 ore dopo, intorno a mezzogiorno di domenica 3 aprile. La madre, che diede l’allarme e quindi il via alle ricerche, è indagata per abbandono di minore. Ma i contorni della vicenda sono ancora da chiarire.
Per questo i Carabinieri della Compagnia di Bojano sono tornati a Sant’Angelo e a Limosano per nuovi sopralluoghi. I militari hanno ascoltato in queste settimane più volte i protagonisti della vicenda, hanno incrociato dati e risultati emersi dall’analisi dei tabulati telefonici e dalla visione delle telecamere di Sant’Angelo e di Limosano. L’obiettivo è fare luce sulla vicenda, gli investigatori sul punto sono determinati: su quanto avvenuto quella notte puntano a una ricostruzione netta da prospettare alla Procura. Il pm ha delegato all’Arma le verifiche sui familiari e sulla dinamica della sparizione, mentre alla Squadra mobile il compito di ascoltare in modalità protetta la bambina, avvistata da due tecnici del Cnsas che erano in volo sull’elicottero della Polizia.
Dopo il primo racconto, secondo cui la bimba sarebbe scomparsa mentre la mamma era in un’altra stanza ad allattare il figlio più piccolo, salendo da sola su una sedia e scavalcando la finestra, è emerso che invece la donna quella sera uscì per un breve lasso di tempo lasciando la piccola da sola in casa. Qualcuno, dunque, potrebbe aver prelevato la bambina per tenerla con sé e per poi farla ritrovare al mattino.
Ma perché? A questa domanda intendono rispondere gli inquirenti che hanno scavato molto nei rapporti familiari. Il nonno materno, ad esempio, fin dal primo momento insieme a sua moglie ha avallato l’ipotesi di un rapimento o comunque di uno ‘sgarro’. Una vicenda che ha comunque scosso le comunità di Sant’Angelo e Limosano e su cui non è ancora calato il sipario.
