In 12 mesi, quelli trascorsi fra il 2019 e il 2020, il Molise ha perso il 2% dei suoi abitanti: 6.222. Se il trend si mantenesse stabile, la popolazione si dimezzerebbe in 33 anni. Ma è anche peggio, perché in queste condizioni – sempre meno bambini e sempre meno residenti con l’età per farli nascere – la tendenza accelererà. Questa l’analisi della la prof di demografia dell’Unimol Cecilia Tomassini all’evento di presentazione dei dati 2019 e 2020 del censimento permanente Istat. La docente ha detto senza mezzi termini: «È ora di prendere atto della situazione drammatica del Molise, che, senza interventi, ha il destino segnato da tempo».
I macrodati sono quelli già noti: nel 2019 i molisani erano 300.516, l’anno successivo 294.294. Entrambe le province subiscono lo spopolamento, che riguarda il 90% dei 136 Comuni. Anche gli stranieri disertano il Molise: sono passati da 12.768 a 11.591. Inoltre, è emerso dalle relazioni di Fabrizio Nocera e Maddalena Plescia (dell’ufficio territoriale dell’istituto di statistica), la percentuale di popolazione anziana è superiore alla media nazionale (il 13% ha più di 75 anni e il 4,71 è over 85), il tasso di mortalità è fra i più alti d’Italia e quello di natalità fra i più bassi. Non solo. Se mediamente nel Paese tre persone su quattro possono, almeno in teoria, raggiungere agevolmente tre servizi essenziali, in Molise si scende a meno di una su tre. I residenti in aree considerate interne sono ben 201.452.
Nel Molise che non è più attrattivo neanche per gli stranieri, i giovani raggiungono livelli di scolarizzazione e cultura elevati, ma questo si sta rivelando un boomerang perché nella loro regione non trovano lavoro.
Cosa fare, dunque? Concordano le ricette della prof Tomassini e del dirigente di ricerca Giuseppe Stassi. «Partire dal Pnrr e investire sulle nuove generazioni istruite, offrire loro opportunità meritocratiche e, nell’immediato, serve una maggiore apertura alla popolazione straniera. Solo in questo modo si potrà sperare in una ripresa demografica», così Tomassini. Altrimenti, ha concluso il dirigente dell’Istat, “il Molise non esiste” non sarà più solo una battuta autoironica. E questo territorio, ancora Stassi, «non merita lo spopolamento e l’invecchiamento a cui stiamo assistendo».
Un’escalation, se si considera che la XX Regione perde residenti dal 1992, quando contava 330.614 abitanti. In vent’anni, poi, ne ha persi 17mila. Gli stessi ‘volatilizzati’ dal 2018 in poi, in quattro anni e non 20.
Nel 2021, infine, non è andata meglio: al 31 dicembre i molisani erano 290.769 (da 294.294 dell’anno precedente). A febbraio 2022, 290.216. E si tratta di numeri assai provvisori. Quelli del 2020, per dare il senso, in via provvisoria attestavano una perdita di 3.500 abitanti. Dopo il consolidamento, sono diventati ufficialmente 6.222. Un’emorragia.

r.i.

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