È atteso per oggi il pronunciamento del Tar Molise nella causa che vede contrapposte le cliniche convenzionate del Molise e la struttura commissariale per lo stop al pagamento di prestazioni oltre il budget e, in senso lato, sulla fissazione dei limiti di spesa contenuta nel decreto 35 di fine ottobre 2022.
A inizio dicembre, la Regione comunicò ai privati che non avevano sottoscritto l’accordo che non avrebbe riconosciuto le prestazioni erogate da novembre in poi (data di entrata in vigore del decreto 35).
Il presidente del Tar, con un provvedimento inaudita altera parte, stabilì che fino al 31 dicembre potevano essere effettuati interventi salvavita, ricoveri urgenti (e la relativa assistenza post operatoria). A inizio 2023 il problema si è riproposto con una identica comunicazione della Regione, corretta poi per le prestazioni da rendere nell’ambito delle reti tempo dipendenti, peraltro valida fino a ieri.
Una situazione estremamente delicata di cui fanno le spese i molisani, che si rivolgono alla sanità privata perché quella pubblica ha liste di attesa che in media sono di un anno e si sentono rispondere che l’esame o la visita non può essere prenotata a carico del Ssr. Il presidente del Tar Nicola Gaviano, riferiscono gli avvocati, in udienza ha fatto appello alle parti, attraverso i loro difensori, a trovare una composizione del conflitto che si trascina da tempo.
La conferma o meno della prima sospensiva, all’esito della valutazione collegiale, sarà importante per capire anche come intenderà muoversi la struttura commissariale rispetto al 2023. «Lo stesso commissario, il presidente Toma, dopo il provvedimento del Tar – ha ricordato l’avvocato Salvatore Di Pardo (legale di Neuromed, Gemelli e Villa Maria) – ha detto che il Tribunale aveva fatto bene, che era scontata una decisione del genere, che cioè le prestazioni urgenti andassero erogate. Quindi siamo tutti d’accordo… Se il presidente-commissario avesse adottato un provvedimento diverso, se dopo il provvedimento del giudice avesse corretto il tiro, ci saremmo risparmiati sei ricorsi».
Di Pardo ha anche confermato che i privati si aspettano una proposta di contratto per il 2023 (e non più l’invito a firmare il 2022). Del collegio difensivo di Gemelli Molise fa parte Fabio Verile che, a margine dell’udienza, ha attaccato la struttura commissariale. «Non è improntata a principi di correttezza, di imparzialità come dovrebbe una pubblica amministrazione. Anche nella difesa, nella produzione documentale non vengono forniti tutti gli elementi affinché il Tribunale possa valutare serenamente la vicenda», ha dichiarato a Teleregione. Si riferiva alla questione radioterapia sollevata dal commissario Toma in una conferenza stampa. «Si parla in modo suggestivo di relazioni Asrem, di relazioni Agenas che evidenzierebbero delle anomalie nella effettuazione delle pratiche cliniche, in particolare con radioterapia.
Cosa ancor più grave – ha aggiunto – abbiamo appreso che non è vero che la relazione individua un budget che abbiamo sforato ma dà una forchetta nella quale il Gemelli rientra perfettamente e questa non è stata mai prodotta, l’abbiamo prodotta noi in Tribunale». Verile, infine, si è detto d’accordo con l’auspicio che la lite finisca: «Quelli che ci hanno preceduto (la Cattolica, ndr) sono andati via, non certo per motivi politici o chissà per quale motivazione, ma perché non si riesce a fare le cose per bene. Noi dobbiamo assolutamente fare qualcosa per i molisani. Questa ostilità che non si addice a una pubblica amministrazione deve cessare».

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