Nessuna novità a due settimane dall’arresto di Khaled El Qaisi, cittadino italo-palestinese, studente de La Sapienza, traduttore, tra i fondatori del Centro Documentazione Palestinese di Roma e attivista dei Giovani Palestinesi d’Italia, fermato a fine agosto dalle autorità occupanti israeliane al confine tra Palestina e Giordania, mentre lasciava la Cisgiordania in compagnia di moglie e figlio di 4 anni.
Mentre la famiglia attende con ansia la giornata di giovedì quando Khaled comparirà di nuovo davanti al giudice (senza che a oggi abbia potuto incontrare nessuno: né i familiari né il legale, l’avvocato Flavio Rossi Albertini), venerdì ci sarà un’assemblea pubblica presso La Sapienza di Roma lanciata dal Comitato per la liberazione di Khaled El Qaisi.
«Dal 31 agosto Khaled è detenuto in Israele – spiega la moglie molisana, Francesca Antinucci – trattenuto senza accusa formale ed in violazione di diritti comunemente riconosciuti in Italia, in Europa e in seno all’ONU.
Il comune sentimento di apprensione e angoscia sulle sue sorti incerte si è velocemente diffuso coinvolgendo un numero crescente di persone e organizzazioni, ben al di là della cerchia dei suoi affetti.
Il legittimo desiderio di manifestare la propria solidarietà a Khaled sta spingendo, e soprattutto spingerà, molti a chiedersi cosa si può concretamente fare per intervenire attivamente sul suo caso.
A questo proposito, e in questa delicata fase, come famiglia di Khaled chiediamo di usare buon senso, di non dividersi in tante iniziative prive di coordinamento, ma di dedicare la massima attenzione ed impegno nella costruzione di una prima assemblea pubblica presso l’Università La Sapienza di Roma, l’Ateneo dove Khaled ha i suoi colleghi e i suoi docenti.
Durante l’incontro verranno condivisi gli sviluppi relativi alla giornata di giovedì 14 e considerate le future iniziative del Comitato per la liberazione di Khaled».