«Una riforma così penetrante del nostro istituto che ne stravolge l’assetto organizzativo e incide sulle sue funzioni, richiederebbe una più attenta ponderazione e un maggiore approfondimento sul bilanciamento degli interessi che si vuole perseguire».
Il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti del Molise Maurizio Stanco ha dedicato ampia parte della sua relazione al disegno di legge, in corso di esame in Parlamento, che fra le altre cose riorganizza anche dal punto di vista territoriale le sedi della magistratura erariale: il Molise verrebbe accorpato alla sede di Napoli, insieme ad Abruzzo, Puglia, Basilicata a Calabria. Una ristrutturazione che scardinerebbe il legame della Corte con le istituzioni locali che concretamente operano sul territorio.
Dalla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario della magistratura erariale, che si è svolta ieri mattina nell’aula magna del Convitto Mario Pagano, è arrivato dunque un allarme e un invito alla maggioranza e al governo a tornare sui propri passi e meditare meglio l’iniziativa.
Quanto al bilancio dell’attività, in Molise nel corso del 2024 la sezione regionale della Corte dei conti ha recuperato importi oggetto di condanne, a seguito di giudicato con sentenze di primo e secondo grado, per oltre 324mila euro. Negli ultimi cinque anni l’importo complessivo è di oltre un milione e 900mila euro. Sempre nell’ultimo anno si è registrata una lieve diminuzione dei carichi pendenti: 1995 fascicoli istruttori, 60 in meno rispetto ai 2055 pendenti al 31 dicembre 2023.
Questi alcuni dei dati forniti dal procuratore regionale Antonio D’Amato.
Decine i casi di danni economici subiti da enti locali e non che hanno trovato spazio nella relazione del procuratore regionale. Tra gli enti danneggiati, si va dalla Regione Molise all’Azienda sanitaria regionale, da diversi Comuni all’Unione eruropea passando per Agenzia dell’Entrate, Molise Acque, ministeri dell’Istruzione e della Difesa e Capitaneria di Porto. Le vicende finite sotto la lente della magistratura contabile riguardano, tra l’altro, l’illecita percezione di contributi pubblici utilizzati poi per scopi diversi rispetto a quelli per i quali erano stati erogati (tra i dossier definiti con una condanna per 3 milioni di euro la vicenda dell’acquisto delle quote dell’ormai dismesso Zuccherificio di Termoli con risorse erogate a suo tempo dalla Regione a una società che si occupava di tutt’altro), fondi europei, casi di assenteismo e di peculato, reddito di cittadinanza e poi molti episodi legati all’utilizzo irregolare dei fondi assegnati ai gruppi consiliari della Regione.
Sul fronte della sanità, contenziosi che hanno a che fare con le prestazioni e i compensi a dirigenti medici per prestazioni aggiuntive. Tra le vicende più singolari citate ci sono anche un caso di mobbing al Comune di Isernia e quello di una falsa insegnante condannata per aver ottenuto una cattedra senza avere la laurea.
Peculiare il commento, a margine coi cronisti, del procuratore D’Amato che rispondendo a chi gli chiedeva un giudizio sintetico sul panorama che si osserva dal suo punto di vista, ha detto: «Un mio collega, quando mi sono insediato, mi disse “farai bene nell’insidioso pacifico Molise”… Io sono molto affezionato a questa terra, non la conoscevo, ho cominciato ad apprezzarla da quando sono qui, però è una terra particolare, che presenta degli aspetti difficili da classificare. È insidioso pacifico Molise». Il collega, ha poi chiarito, è originario del Molise. «Evidentemente è una terra che dà da fare anche sotto l’aspetto della repressione degli illeciti contabili».
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