Il 4 luglio 2024, anno considerato “orribile” dal punto di vista della siccità, nell’invaso di Occhito c’erano 111 milioni di metri cubi d’acqua. Ieri, stesso giorno 12 mesi dopo, erano solo 68,7 milioni.
L’estate 2025 si annuncia già record sul fronte della carenza idrica, vera e propria emergenza al Sud e nella Capitanata, riserva agricola del Mezzogiorno e del Paese ma alle prese con una spaventosa mancanza d’acqua e di infrastrutture in grado di garantire l’irrigazione dei campi. All’orizzonte, un nuovo pressing sul vicino Molise per la realizzazione del bypass che porterebbe l’acqua dal Liscione a Finocchito (e che ormai è quasi certo si farà).
Dal Foggiano arriva il grido d’allarme della Cia Capitanata. Il primo progetto per la costruzione della diga di Piano dei Limiti, a valle del lago artificiale di Occhito, risale al 1981. Stanziamenti – ricorda l’organizzazione agricola – prima disposti, poi revocati, progetto sepolto nel cassetto. «Sono più o meno 20 anni, invece, che si discute di realizzare una condotta di 8 chilometri che convogli l’acqua in eccesso della molisana diga del Liscione, che ogni anno scarica a mare milioni di metri cubi di preziosa risorsa idrica, verso la diga di Occhito. La questione finalmente sembra essere stata presa in carico dal Governo, ma occorrerà comunque del tempo», la sintesi della Cia.
«Mezzo secolo di chiacchiere, annunci, retromarce, polemiche e rimpalli di responsabilità, un infinito gioco dell’oca in cui si torna sempre al punto di partenza – dichiara il presidente dell’organizzazione Angelo Miano – per arrivare ad oggi, nel 2025, e registrare una delle peggiori crisi idriche degli ultimi anni in provincia di Foggia, con un deficit di 50 milioni di metri cubi d’acqua rispetto al già drammatico 2024, e una stagione irrigua che quest’anno non sarà nemmeno avviata: per l’agricoltura acqua non ce n’è, quella rimasta si spera sia sufficiente per le esigenze civili».
Prosegue il direttore Nicola Cantatore: «Gli agricoltori e gli allevatori della provincia di Foggia sono esasperati. Qui abbiamo già raggiunto i 40 gradi, le colture friggono al sole, per non far morire gli animali sul Gargano le aziende zootecniche a loro spese fanno arrivare le autobotti. Dopo il calo produttivo del 2024, anche quest’anno colture come il pomodoro, il grano, la frutta e i prodotti orticoli registreranno un forte decremento: milioni di euro in fumo e migliaia di ore lavorative bruciate dalla siccità e dall’incapacità della classe dirigente di prendere decisioni e di attuarle».
La questione idrica – rileva ancora la Cia Capitanata – non è l’emergenza di un unico settore, ma il dramma sociale ed economico di un territorio che, senza l’agricoltura, perderebbe migliaia di posti di lavoro e che negli ultimi 30 anni è stato caratterizzato da un progressivo spopolamento destinato ad aumentare ulteriormente qualora il comparto primario e le industrie di trasformazione dovessero continuare a fare i conti con decrementi a due cifre nelle rese dei raccolti. Con oltre 500mila ettari di superficie agricola utilizzata, quello di Foggia è uno dei distretti agricoli più vasti d’Europa tra le zone rurali del capoluogo e quelle di Cerignola, San Severo, Lucera e Manfredonia, a cui si aggiungono il Gargano, i Monti Dauni, la zona dei Cinque Reali Siti. Per l’ulteriore sviluppo di alcune colture d’eccellenza, quella del pomodoro su tutte ma più in generale per tutto il settore dell’ortofrutta, potenziare la risorsa irrigua è fondamentale.

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