La primavera, abitualmente, attira turisti in Alto Molise. Tra questi ce n’è uno illustre, il presidente della Regione, Donato Toma, che tornerà nei prossimi giorni ad Agnone a tentare di raccontare qualcosa di diverso dalla realtà oggettiva e riscontrabile relativamente alle sorti dell’ospedale “Caracciolo”, una struttura pubblica ormai molto simile all’isola che non c’è. Una sorta di gita di piacere, dunque, più che un incontro istituzionale con gli amministratori locali. Continua il tour del commissario alla Sanità, nei vari centri del “suo” Molise, per discutere del futuro degli ospedali del territorio. Lunedì 2 maggio prossimo il presidente-commissario Toma è atteso ad Agnone, dal fiducioso sindaco Saia, dove a Palazzo San Francesco è stato convocato un consiglio monotematico sulla sanità. La riunione pubblica, con avvio previsto per le 15,30 salvo il canonico ritardo presidenziale, «sarà l’occasione per portare all’attenzione del commissario tutte le problematiche che gravitano attorno alla gestione dell’ospedale San Francesco Caracciolo tra cui la cronica carenza di personale, in particolare medico ed infermieristico, tecnologie e ambulatori» spiegano dal Comune. Stando alle indiscrezioni che circolano, Toma verrà ad Agnone, accolto con tutti gli onori del caso dal sindaco e i suoi assessori, per illustrare il nuovo Pos. Su quel documento, come tra l’altro anche nei precedenti, viene messo nero su bianco che il “Caracciolo” di Agnone è un ospedale di area disagiata. Questo status dovrebbe garantire la sopravvivenza in prima istanza, ma anche il potenziamento della struttura. Il problema, però, è che di questa classificazione di ospedale di area disagiata se ne parla ormai da anni, senza tuttavia che ci siano riscontri in tal senso in termini di servizi e offerta all’utenza. Qualche timido e pallido segnale di ripresa, o meglio di inversione di tendenza, c’è stato in realtà, come la nomina di un dirigente medico responsabile della struttura, oppure il bando per mobilità interna finalizzato al reperimento di unità infermieristiche da destinare appunto al “Caracciolo”. Anche la riapertura delle sale operatorie, propalata come una conquista epocale, potrebbe essere inserita in questo filone di piccolissimi segnali positivi, anche se di fatto gli “interventi” che vengono praticati sono quelli che normalmente si fanno a livello ambulatoriale o addirittura presso lo studio medico dei medici di medicina generale. Di contro, ma questo è ormai il trend che si registra da diversi anni, ci sono tanti segnali di depauperamento e di abbandono della struttura sanitaria che al momento, va detto ad onor del vero e senza offesa per nessuno, è un carrozzone tenuto artificialmente in vita per giustificare i pagamento degli stipendi e degli straordinari al personale. Un dato su tutti il declassamento del laboratorio analisi a mero punto prelievi, come se il “Caracciolo” fosse un distretto sanitario di base, tipo quello di Castiglione Messer Marino o di Trivento per capirci. Dei promessi invii di personale medico e infermieristico non c’è stata traccia, nonostante le rassicuranti parole di Saia che a volte appare quasi dissociato dalla realtà. Solo nei giorni scorsi una donna con una frattura al piede è stata respinta dall’ospedale cittadino perché positiva al Covid; la struttura non ha personale dedicato né spazi separati per il trattamento dei pazienti positivi al virus. Il commissario Toma, come già fatto due volte durante l’amministrazione Marcovecchio e una più recentemente con Saia sindaco, verrà a raccontare al Consiglio e alla cittadinanza che nonostante tutto e a dispetto delle apparenze, il “Caracciolo” è destinato ad un futuro glorioso e gaudente. Alle promesse presidenziali ormai non crede più nessuno, fatta eccezione per Saia ovviamente e per il “ministro” della salute locale. Altrove, probabilmente, lo accoglierebbero con goliardici lanci di pomodori e uova marce, ma ad Agnone sarà accolto come una taumaturgica star, omaggiato anche con qualche prelibatezza culinaria. In altri tempi, per dire, l’attuale assessore comunale Enrica Sciullo avrebbe guidato in piazza la protesta del comitato “Il cittadino c’è” brandendo un megafono, tra qualche giorno la ex pasionaria resterà in ossequioso e riverente silenzio ad ascoltare il “verbo” presidenziale.

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