«Abbiamo fatto quello che ci è sembrato più giusto in quel momento, perché l’acqua è di tutti, è un bene pubblico e universale e ci è parso assolutamente normale concedere la nostra risorsa idrica a chi ne aveva più bisogno». Così Roberta Ciampittiello, sindaca di Civitanova del Sannio, ospite, mercoledì sera, del Consiglio comunale di Schiavi di Abruzzo, appena al di là del confine amministrativo tra le due regioni. Il sindaco abruzzese Luciano Piluso, ad agosto scorso, aveva i serbatoi della rete idrica completamente a secco, con la popolazione in paese che stava aumentando esponenzialmente per via dei corposi rientri dalla Capitale. «Dai trecento residenti abituali, – ha spiegato Piluso – ad agosto arriviamo a quasi cinquemila presenze in paese e nelle varie frazioni. La nostra acqua non sarebbe stata assolutamente sufficiente neanche per un’ora al giorno di erogazione». Letteralmente abbandonato dalla Sasi spa, il “carrozzone” politico che dovrebbe gestire la risorsa idrica nel Chietino mentre si limita solo a dispensare stipendi e indennità, il sindaco Piluso ha pensato di chiedere aiuto al confinante Comune molisano dove l’acqua abbonda, anche perché viene gestita in maniera oculata, in proprio e in loco, e al di fuori della Grim, caso unico nell’intero Molise. La particolare conformazione carsica del territorio di Civitanova permette alle falde nel sottosuolo di ricaricarsi di acqua in tempi rapidissimi. «Quando ha ricevuto questa richiesta, assolutamente inedita, – ha spiegato la sindaca Ciampittiello – ho preso ventiquattro ore di tempo, ma solo per capire come fare dal punto di vista amministrativo, perché in linea di principio non ho mai avuto dubbi. Poi ho dato l’ok al prelievo dalle nostre risorse e il tutto è avvenuto a titolo completamente gratuito, perché l’acqua è di tutti, è un bene universale e va concesso a chiunque ne abbia necessità. Certo non ho lasciato i miei compaesani senza acqua, perché il rifornimento è avvenuto dal nostro troppo pieno, quindi acqua potabile, ma che comunque avanzava e sarebbe andata allo scarico. La cosa singolare di questa vicenda è che il vostro Comune ha speso per il trasporto della nostra acqua più di quanto noi, come ente, incassiamo dalla riscossione del ruolo». In realtà a Civitanova del Sannio l’acqua non si paga, i cittadini non hanno i contatori, quindi non pagano il consumo della risorsa idrica, ma soltanto un canone per l’allaccio in rete. Il tutto, sembra la cronaca di un paese ideale e giusto, quasi fantastico, in forza di un Regio Decreto che ha stabilito per i residenti di Civitanova la gratuità perpetua dell’acqua. Il senatore Cardarelli, insigne concittadino civitanovese, fece questo dono ai suoi compaesani, regalando il terreno e le sorgenti dando applicazione pratica, più di un secolo fa, al principio dell’acqua come bene primario, di prima necessità e dunque pubblico, di proprietà non certo del privato che poi ci lucra, ma dell’intera collettività. Come l’aria per intendersi. «Ci vuole coraggio a prevedere e poi stanziare in bilancio somme importanti per far fronte alla crisi idrica, per il trasporto dell’acqua, – ha aggiunto Ciampittiello – e di questo va reso merito al sindaco Piluso e all’intera amministrazione». E Schiavi di Abruzzo, per l’operazione acqua, ha speso oltre cinquantaquattromila euro, che sono serviti per pagare decine e decine di viaggi delle autobotti da Civitanova appunto e anche da Petacciato, dal potabilizzatore. Soldi che saranno chiesti indietro alla Sasi, come ha preannunciato lo stesso Piluso: «Quell’acqua che Civitanova ci ha regalato, è stata immessa nei serbatoi e quindi è passata per i contatori delle varie utenze in paese. In pratica Sasi l’ha contabilizzata e messa in bolletta, ci ha anche guadagnato. Ma con la Sasi non finisce qui, – ha minacciato Piluso – chiederemo il rimborso totale della cifra che abbiamo speso perché di fatto ci siamo sostituiti, come Comune, al gestore del servizio idrico». Il paradosso è che l’eventuale e per niente scontato rimborso che la Sasi farà al Comune sarà pagato sempre con fondi pubblici, perché la Regione Abruzzo ha assegnato e assegna continuamente importanti risorse alla società di gestione idrica. In sostanza i cittadini pagheranno tre volte: una volta dal bilancio comunale, un’altra da quello regionale, l’altra di tasca propria per saldare le bollette. Così va l’Italia, ma per fortuna ci sono paesi come Civitanova del Sannio dove «l’acqua è considerata un bene comune e addirittura identitario», come ha sottolineato la sindaca “sovversiva” che nelle scorse settimane ha diffidato il presidente Roberti che avrebbe voluto obbligare il piccolo Comune molisano ad arrendersi alla logica del mercato ed entrare nella gestione Grim. «Una battaglia legale e politica prima di tutto, che stiamo portando avanti da anni. – ha chiarito Roberta Ciampittiello – La salvaguardia di cui già godiamo e l’autonomia dell’acqua non ci bastano più. Andremo avanti e chiederemo all’Autorità dell’acqua che sulla risorsa idrica venga riconosciuto un uso civico per i civitanovesi».
Una rivoluzione culturale e politica nel senso nobile del termine, dunque, quella portata avanti dalla sindaca Ciampittiello, contro le lobby dell’acqua, di chi fa soldi e appalta lavori, tra l’altro con fondi pubblici, sfruttando la risorsa più preziosa e universale per eccellenza.