In un territorio che da oltre vent’anni ospita con orgoglio un’Oasi WWF, simbolo di tutela ambientale e promozione turistica sostenibile, l’arrivo del Parco nazionale del Matese – istituito nel lontano 2017 ma di fatto reso operativo nei giorni scorsi dal decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica che approva perimetro, zoonizzazione e norme di salvaguardia – non viene accolto come un’opportunità, bensì come una minaccia. A esprimere profonda delusione è il sindaco Fabio Iuliano, che parla apertamente di una decisione calata dall’alto, in totale contrasto con la volontà della comunità locale.
«La nostra posizione è stata chiara sin dal principio: per ben due volte ci siamo espressi all’unanimità in Consiglio comunale per modificare il perimetro del Parco – spiega Iuliano –. Ma le nostre richieste sono state ignorate. Il risultato? L’intero territorio di Guardiaregia è stato incluso nel Parco, con una scelta che penalizza fortemente lo sviluppo economico e sociale del nostro Comune».
L’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha definito i confini sulla base di valutazioni tecnico-scientifiche legate agli habitat naturali. Tuttavia, secondo l’amministrazione locale, non si è tenuto conto delle ricadute economiche di tale decisione. «Le nuove norme di salvaguardia impongono vincoli più rigidi rispetto a quelli già esistenti. Questo significa meno libertà per le attività imprenditoriali e, di conseguenza, meno opportunità di lavoro» – incalza il sindaco.
Ma il punto particolarmente critico riguarda il comparto estrattivo. Nel territorio limitrofo di Campochiaro, sono state inserite nel perimetro del Parco due cave fondamentali per l’economia locale: tra queste, anche quella che serve lo stabilimento ex Italcementi – oggi Heidelberg Materials -, la cui concessione scadrà nel 2028, e con le nuove regole a quanto pare non sarà più prorogabile. «Questo significa – spiega Iuliano – che tra tre anni la cava chiuderà, con il rischio concreto che possa chiudere anche lo stabilimento. Parliamo di oltre 40 operai, più l’indotto: trasportatori, fornitori, ristoranti, bar. È un danno enorme».
Il sindaco chiarisce che non è contrario in assoluto all’istituzione del Parco: «Anche il WWF ha portato benefici al nostro territorio, ma in quel caso si è trattato di un percorso condiviso. Qui, invece, le esigenze della comunità sono state totalmente ignorate. Per questo annuncio che il Comune di Guardiaregia presenterà ricorso».
A rendere più amaro il quadro, la sensazione di una chiusura istituzionale nei confronti delle richieste del territorio: «Con Ispra e con il Ministero dell’ambiente abbiamo avuto confronti che definire freddi è poco. Si sono nascosti dietro le carte, dietro valutazioni ambientali che ignorano del tutto la componente umana ed economica. E in una terra come la nostra, già colpita dallo spopolamento, questa scelta non fa che aggravare la situazione».
Il Parco del Matese, nato per tutelare un patrimonio naturalistico di pregio, rischia così di diventare – almeno per Guardiaregia – un simbolo di centralismo miope. «Non si cresce così – conclude il sindaco Iuliano –. Senza ascolto, senza equilibrio tra tutela e sviluppo, non c’è futuro per le aree interne».

 

ph. Erennio Amatuzio

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