Una malattia troppo spesso sottovalutata di cui però soffrono milioni di persone in Italia. In Molise i numeri, purtroppo, non si discostano dai dati nazionali: parliamo del diabete, patologia cronica estremamente complessa, in quanto è un contenitore di molteplici sindromi cliniche. In occasione della Giornata mondiale del diabete, che si celebra il 14 novembre, l’Associazione medici diabetologi del Molise e la Società italiana di diabetologia, attraverso i presidenti Antimo Aiello e Angelo Avogaro, hanno voluto lanciare un accorato appello al governatore e commissario della sanità Donato Toma.
«Gentile Dott Toma – scrivono – il 14 novembre si celebra la Giornata Mondiale del Diabete, istituita nel 1991 dalla International Diabetes Federation (IDF) e dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e a partire dal 2006 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha dichiarato la ricorrenza giornata ufficiale a livello globale per evidenziare che questa malattia è una priorità per tutti i Governi nelle questioni relative alla salute.
Questa lettera ha lo scopo di richiamare la vostra attenzione su quanto sia fondamentale migliorare le conoscenze relative alla malattia diabetica nel nostro Paese: ciò sia per gli operatori sanitari, sia per i cittadini affetti da tale patologia che per le Istituzioni.
Secondo gli ultimi dati dell’International Diabetes Federation (IDF), più di mezzo miliardo di persone convive con il diabete nel mondo. Si stima che, in Italia, quasi 5 milioni di persone siano affette da questa patologia che 1 milione di persone non sappia di avere il diabete che circa 4 milioni di persone abbiano un rischio elevato di sviluppare il diabete. Si stima, inoltre, che circa 500 persone muoiano ogni anno a causa del diabete, e 9 persone ogni ora per cause collegate al diabete. Il diabete in Italia costa oltre 20 miliardi di euro l’anno, dei quali 9 miliardi per spese dirette ovvero farmaci, ospedalizzazioni ed assistenza ed 11 miliardi per spese indirette quali perdita di produttività e spese a carico del sistema previdenziale.
Dalle precedenti valutazioni si evince quanto sia urgente investire nella formazione degli operatori sanitari e dedicare risorse sufficienti all’educazione e alla cura del diabete per le persone affette da questa patologia. Quando il diabete non viene rilevato o trattato in modo inadeguato, le persone con diabete sono ad alto rischio di complicanze gravi e pericolose per la vita. Gli investimenti nell’educazione e nella cura del diabete contribuirebbero a ridurre la prevalenza delle complicanze legate alla malattia e l’ingente spesa che ne consegue.
È il momento di agire ora. L’Italia si impegna al raggiungimento degli obiettivi dell’OMS entro il 2030 per quanto riguarda il diabete: l’80% delle persone affette da diabete deve avere una diagnosi appropriata; l’80% delle persone con diagnosi di diabete deve avere un buon controllo della glicemia; l’80% delle persone con diagnosi di diabete deve avere un buon controllo della pressione arteriosa; il 60% delle persone con diabete dai 40 anni in su deve assumere statine; il 100% delle persone con diabete di tipo 1 deve beneficiare dell’auto-monitoraggio della glicemia e avere accesso alla terapia con le insuline più innovative. Perseguire tali obiettivi non sarà possibile senza migliorare la conoscenza e la formazione sul diabete e, soprattutto, sui danni causati da questa patologia. Dagli ultimi dati pubblicati in letteratura il diabete risulta a terza patologia a causare una riduzione della aspettativa di vita nelle persone di età compresa tra i 40 e i 75 anni! L’unica patologia, tra le più importanti, che ha incrementato questo triste primato tra il 1990 e il 2019.
Una conoscenza ed una formazione adeguate possono, senza dubbio, arrestare l’incremento del diabete e migliorare gli esiti nelle persone affette. A nome della comunità diabetologica italiana, vi chiediamo, pertanto, di dedicare risorse sufficienti per migliorare l’accesso all’educazione sul diabete in Italia. Abbiamo bisogno di una buona educazione sul diabete oggi per prevenire la patologia e proteggere chi domani ne sarà affetto. La comunità diabetologica italiana tramite la Federazione delle Società Diabetologiche Italiane (SID-AMD) conta sul vostro attivo sostegno».

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