Mezzi vetusti, inquinanti e poco sicuri: le condizioni dei bus cittadini finiscono nel mirino della Filt Cgil. È da diverso tempo che l’organizzazione sindacale sta sostenendo che «i mezzi pubblici adibiti al trasporto collettivo e circolanti in Molise (sia autobus che convogli ferroviari), siano in assoluto tra i più vetusti d’Italia e, nello specifico, il parco veicolare circolante per assicurare il trasporto pubblico su gomma, si trova in una condizione che rasenta i limiti di sostenibilità e di sicurezza. Rammentiamo che appena il 17% dei circa 500 autobus circolanti in Molise, risponde ad una classificazione Euro 5/Euro 6 parametri che stanno ad indicare il basso impatto ambientale. E la situazione è pressoché identica se circoscrivessimo l’analisi al solo trasporto di tipo urbano e dalla quale emerge che degli 85 autobus impiegati in Molise per il Trasporto pubblico urbano (ovvero nelle città di Campobasso, Termoli, Isernia e Larino), appena il 18,8% è classificato Euro 5/Euro 6 a fronte di un dato nazionale che è pari al 52,5% e che rispetto alla fonte PNMS 2018, è nel frattempo sensibilmente migliorata negli ultimi 4 anni soprattutto rispetto all’incidenza dei mezzi elettrici che in Molise in termini percentuali (è il caso di ricordare) è pari a zero.
Ancora più drammatica appare la situazione a Campobasso, dove sono appena 7 gli autobus circolanti classificati Euro 5 con il più nuovo tra essi che è stato immatricolato circa 10 anni fa (fonte Comune di Campobasso). Mediamente gran parte degli autobus che assicurano il trasporto urbano in città ha già percorso più di 800 mila Km. Ben 17 dei 29 autobus indicati nella procedura per l’affidamento dei servizi di TPL urbani su gomma nel Comune di Campobasso, sono classificati Euro 3 e in base a quanto previsto dal Decreto Infrastrutture, non potranno più circolare dal 2024 (ovvero tra 18 mesi).
A questo drammatico problema di vetustà che inevitabilmente determina riflessi anche sull’efficacia e sull’efficienza dei mezzi (fermo restando la regolarità delle revisioni a cui gli autobus vengono sottoposti periodicamente), si aggiunge nel periodo estivo “l’effetto serra” che si riscontra quando si viaggia su un mezzo pubblico non provvisto di impianto di climatizzazione o ancor più grave quando l’impianto è presente ma non essendo oggetto di regolare manutenzione, risulta nei fatti non funzionante e non accessibile.
Basti pensare che in Seac, ovvero nell’azienda che gestisce il servizio urbano a Campobasso, sono soltanto 7 gli autobus nei quali risultano funzionanti gli impianti di condizionamento (appena il 30% del parco autobus circolante nel periodo estivo). Un fatto peraltro particolarmente grave soprattutto per le persone anziane e per le persone fragili e con disabilità e che si va ad aggiungere alle difficoltà respiratorie conseguenti all’obbligo di indossare per tutto il periodo estivo le mascherine FFP2. Obbligo che attiene anche il personale di guida costretto a turni massacranti e continuativi con 40 gradi di temperatura.
Di fronte a questa situazione si registra un’azienda assente e indisponibile ad affrontare spese e investimenti sapendo che all’orizzonte vi è la prospettiva di un bando di gara che potrebbe determinare l’affidamento dei servizi ad un’impresa diversa, ma al tempo stesso è imbarazzante il silenzio dell’amministrazione comunale che da anni e, puntualmente in occasione della stagione estiva, è perfettamente consapevole del disagio e del disservizio che gli utenti e gli autisti sono costretti a subire.
Non sarebbe male se a partire dal sindaco e dall’assessore ai trasporti, ma se vogliamo l’invito è esteso a tutti i consiglieri comunali, sperimentassero sulla propria pelle cosa effettivamente significa viaggiare nel bel mezzo di una giornata estiva a Campobasso su un bus urbano sprovvisto di impianto refrigerante.
E allo stesso modo duole constatare l’immobilismo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza presente in azienda che pur sollecitato in più di un’occasione dagli stessi colleghi ad intervenire, non sembra intenzionato ad espletare a pieno la propria funzione per la quale è stato eletto».

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