Dovranno rimanere in carcere i quattro rom arrestati nel corso dell’operazione dei Carabinieri ‘Friends’ e accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il tribunale del Riesame ha infatti rigettato i ricorsi presentati dai legali delle due coppie – gli avvocati Stefano Sabatini, Nicolino Cristofaro e Elena Verde – che chiedevano una misura meno afflittiva. I due uomini di 37 e 55 anni, resteranno dunque nella casa di reclusione di Campobasso, mentre le rispettive mogli, di 42 e 47 anni, nel carcere di Benevento.
Secondo l’accusa i quattro avevano impiantato una centrale di spaccio nel quartiere San Giovanni: cocaina proveniente dal Frusinate per la piazza campobassana, con consumatori anche molto ‘noti’. Il 37enne, considerato dagli inquirente il capo del sodalizio, si occupava di cessioni al di sopra dei 5 grammi, mentre le dosi più piccole erano gestite dagli altri soggetti. Utilizzavano parole in codice come “polli”, “birre”, “mezze birre”, “pacchetti di sigarette”, “persone” e “amici” per stabilire le come, a chi e quante dosi cedere. Nel corso delle indagini sono state documentate circa 2000 cessioni di stupefacente, a dimostrazione dell’elevato volume d’affari ed eseguiti altri quattro arresti in flagranza. Sequestrati pure 100 grammi di cocaina, 35 di eroina e 35 di marijuana.
Nell’appartamento del quartiere San Giovanni gli investigatori hanno documentato, con foto e video, un via vai continuo di consumatori, circa una cinquantina in poco più di tre mesi. Una lista di nomi ‘eccellenti’, volti noti della Campobasso bene: imprenditori, professionisti e anche politici. Alcuni sono stati ascoltati dagli investigatori rafforzando l’impianto accusatorio nei confronti dei quattro.

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