Nervi tesi a Palazzo San Giorgio. Ad accendere la miccia in aula il mancato funzionamento del sistema di voto e «la continua ingerenza da parte del segretario generale comunale» che, a detta del centrodestra, ha di fatto preso il posto del presidente del Consiglio Varra. Questo il motivo ‘ufficiale’ alla base della richiesta di sospensione della seduta di ieri da parte dell’opposizione che ha poi indetto una conferenza stampa ad horas. In realtà lo scontro ‘vero’ si è consumato, ancora una volta, sulla riorganizzazione della macrostruttura, vicenda che si trascina da quasi due mesi e che allargato il perimetro della battaglia anche all’ambito territoriale. Il centrodestra aveva infatti chiesto un’inversione dell’ordine dei lavori per trattare la mozione depositata a dicembre da Esposito ed altri, circa presunti episodi di mobbing nei confronti del personale e soprattutto di alcuni dirigenti, Vincenzo De Marco su tutti.
«Non c’è ragione di presentarla, ritiratela». Esposito ricorda le parole della sindaca Forte e della maggioranza. «Parole che sono state smentite dai fatti – incalza il capogruppo di Forza Italia – e dalla guerra interna alla maggioranza che si è spaccata sulla questione. Una amministrazione che non ha più i numeri». L’inversione non è stata accolta ma l’argomento è finito comunque al centro della discussione alla ripresa dei lavori, introno alle 12.
«Il tema era stato portato in aula anche il 30 dicembre – ricorda ancora Esposito – in occasione dell’approvazione del bilancio, ma anche in quella occasione ci è stato messo il bavaglio e il segretario comunale ha sostenuto che l’argomento non era attinente. Avevamo paventato difficoltà amministrative e problemi legali, ebbene, a distanza di 50 giorni, non solo i fatti ci hanno dato ragione, ma il Comune ha dovuto spendere anche 5.500 euro per conferire un incarico legale esterno per affrontare i due ricorsi al Tar presentati contro la delibera, uno dei quali dalla Cgil, sindacato a voi politicamente vicino».
Per altro la delibera della ‘discordia’ è stata parzialmente rettificata il 24 gennaio, nella parte relativa allo spostamento dei dipendenti, ma anche in questa occasione non erano presenti gli assessori del Cantiere civico Colucci, Marcheggiani e Fraracci.
Ancora più ‘sottile’ l’intervento di Salvatore Colagiovanni che ha invitato la sindaca Forte a risolvere definitivamente la questione «soprattutto per garantire i servizi ai comuni dell’Ambito». Una posizione che «non va presa senza ascoltare né il leader incontrastato Pino Ruta – punzecchia Colagiovanni – né quel che rimane di Praitano e i suoi fratelli (riferendosi ai 5 Stelle). Capisco – l’ulteriore affondo – che la grande azionista della sua maggioranza, Alessandra Salvatore (ex assessore comunali alle politiche sociali e attuale consigliera regionale) spingerà per portare avanti l’azione su Vincenzo De Marco, ma credo che la sindaca deve prendere una decisione netta e se ne deve fare carico lei come sindaca senza ascoltare le varie anime della maggioranza».
Dal canto suo, la prima cittadina, anche nella seduta di ieri, è apparsa più che convinta della bontà della riorganizzazione della macrostruttura e non è intenzionata a nessun dietrofront.
Sempre ieri mattina, durante la sospensione del Consiglio, Marialuisa Forte ha portato la propria solidarietà al presidio dei lavoratori della 3G in piazza Prefettura, per sostenere i loro diritti messi a rischio da un accordo unilaterale sottoscritto lo scorso 4 dicembre a Roma tra una sola organizzazione sindacale e Assocontact. Questo accordo, infatti, avrà forti ripercussioni sulle garanzie occupazionali e sulla qualità del lavoro per i lavoratori del comparto telecomunicazioni.
Con un ordine del giorno bipartisan, approvato all’unanimità, il Consiglio comunale ha evidenziato e denunciato che l’accordo va a discapito dei lavoratori e ha impegnato la sindaca, la giunta e la presidenza del Consiglio a utilizzare gli strumenti a loro disposizione, non escludendo la proposta di istituire un tavolo di crisi per opporsi all’applicazione del nuovo contratto, sostenendo invece l’applicazione del CCNL TLC come unico standard contrattuale del settore, anche attraverso l’introduzione di specifiche clausole nei bandi di gara.
Il nuovo contratto Assocontact, infatti, oltre a non prevedere la disdetta del CCNL Telecomunicazioni, presenta diverse criticità, tra cui un incremento salariale irrisorio di soli 7,74 euro annui per i prossimi tre anni per il terzo livello delle telecomunicazioni, la riduzione delle ore di permesso da 104 a sole 48 ore, tagli all’integrazione per malattia con una graduale riduzione fino all’azzeramento, lo smantellamento della clausola sociale, e il controllo a distanza e monitoraggio delle performance con legame diretto tra prestazioni e retribuzione.
Subito dopo l’approvazione del documento, la sindaca Forte ha espresso il suo apprezzamento per tutti i consiglieri, sottolineando come «nonostante l’atmosfera di questa mattina un po’ vivace, che rientra nella normale dialettica politica», il Consiglio abbia dimostrato una straordinaria compattezza. Rivolgendosi ai lavoratori della 3G presenti alla seduta pomeridiana, Forte ha ribadito che l’odg è solo un “atto simbolico”, l’inizio di un impegno concreto al fianco dei lavoratori in questa battaglia, ma anche una smentita alle ricostruzioni forzate sullo stato di salute della città e della maggioranza di governo a Palazzo San Giorgio: «Siamo all’inizio del mandato, abbiamo già approvato atti importanti e ne arriveranno molti altri. La nostra amministrazione è determinata a lavorare per il bene della comunità e a garantire che i diritti dei lavoratori siano sempre tutelati».

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