La tempesta perfetta: è quella che rischia di abbattersi sulla sanità regionale che, in quanto a stato di salute, non è che se la passi proprio bene.
Il caso del Pronto soccorso del Veneziale, ad esempio: mesi e mesi – quindi anni – di richieste di aiuto, di proposte, di suggerimenti provenienti dai medici in servizio (quattro in luogo degli 11 del 2016) e nulla è cambiato. Nell’attesa che l’Asrem ottemperi all’impegno assunto davanti al Prefetto di Isernia circa una soluzione – evidentemente tampone – da concretizzare a stretto giro (i tre medici del Cardarelli che su base volontaria dovrebbero turnare con i colleghi del Veneziale, attesi in corsia da giorni), è scoppiato il caso della Pediatria, proprio su questa pagina quasi due settimane fa.
Il reparto del Veneziale rischia la chiusura: due i medici in servizio, uno vincitore di concorso che fra pochissimo andrà a prendere servizio in Campania, l’altra (la responsabile della Uos) prossima al pensionamento e che dall’inizio di luglio smaltirà le ferie. Di fatto, fra cinque giorni resterà sola la dottoressa Pannoni. E poi, dall’inizio del mese di luglio, cosa accadrà?
Chiudere il reparto di Pediatria significa chiudere, de plano, il Punto nascita. Perché non si può garantire la sicurezza alle gestanti se non ci sono medici in grado di prendersi cura dei nascituri.
Il consigliere regionale dei 5 Stelle, Angelo Primani, entra a gamba tesa nell’argomento e chiede al direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, di intervenire e non solo per il caso Isernia visto che, appunto, la Pediatria è a rischio in tutti gli ospedali della regione.
«Una veloce analisi della situazione sulle strutture di Isernia, Termoli e Campobasso restituisce una fotografia a tinte fosche – commenta il pentastellato -. Il capoluogo pentro presto perderà entrambi i pediatri ora operativi e già quest’estate il reparto rischia di rimanere scoperto; a Termoli in pratica c’è una sola pediatra che si occupa del reparto in maniera esclusiva e anche il capoluogo di regione continua a fare i conti con la scarsità di medici.
Risultato: in Molise manca circa il 95 per cento dei pediatri ospedalieri che servirebbero.
È una situazione drammatica nei fatti e nelle prospettive. Ora, infatti, starebbe venendo meno anche la soluzione-tampone che faceva affidamento sui libero-professionisti per tenere aperti i reparti. Questi medici, reperiti tramite agenzie, hanno il contratto in scadenza il 31 maggio e al momento non hanno alcuna prospettiva di riassunzione.
Il direttore Asrem Florenzano non ha fornito rassicurazioni né sul prosieguo dei rapporti lavorativi né sulle sorti delle pediatrie nei tre ospedali. Ciò rende concreto il rischio chiusura dei reparti di Isernia e Termoli oltre che di una drastica riduzione delle attività nell’ospedale di Campobasso.
Dunque – rilancia Primiani – ancora una volta la linea di Asrem appare improvvisata e per nulla incentrata sulla programmazione di soluzioni a lungo termine.
In questi due anni e mezzo di gestione Florenzano – il commento tranchant dell’esponente pentastellato – è peggiorato lo stato della sanità regionale, è peggiorata la qualità delle prestazioni erogate, è peggiorata la percezione dei molisani. Di contro, sono aumentati i casi di bambini che per ricevere cure efficaci sono trasferiti fuori regione soprattutto quando si tratta di patologie collegate al Covid.
Per tutto questo torniamo a chiedere al dg Asrem una sola cosa: si muova, intervenga per impedire la morte della Pediatria in Molise, oppure semplicemente si dimetta, perché c’è tanto lavoro da fare e il territorio non può più attendere».

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