La fucilazione sembrava vicina ma il plotone d’esecuzione potrebbe anche decidere di modificare il tiro.
Spifferi da Palazzo San Francesco dove si discute freneticamente del ‘caso Scarabeo’, l’assessore eletta con la lista del sindaco Castrataro che nella notte tra lunedì e martedì ha rassegnato le deleghe attinenti alle materie sanitarie (e conservando le altre) che lei, da medico, maneggia(va) con estrema padronanza.
In un lungo post su Facebook, che ha ricevuto centinaia di commenti (tutti di vicinanza alla posizione politica espressa dall’assessore della giunta Castrataro), Francesca Scarabeo ha spiegato il motivo, non scendendo nei particolari dell’accaduto ma facendo trapelare – senza girarci troppo intorno come è suo costume – ingerenze nelle materie di sua diretta responsabilità.
Stando alle indiscrezioni, un esponente della stessa Giunta, avrebbe interpellato un comitato civico per relazionare, in maggioranza, sullo stato della sanità pubblica. Potrebbe sembrare un capriccio, sussurra chi appoggia la Scarabeo, ma nei fatti è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Perché l’assessore competente non sarebbe stata informata prima, perché sarebbe stata bypassata (e sembra non sia la prima volta), sarebbe stata messa in discussione e quindi sarebbe stata privata del ruolo conferitole proprio dal sindaco.
Ieri sera, la lunga riunione del gruppo di Isernia Futura, quello nel quale la Scarabeo è stata eletta a suon di preferenze. La lista civica di ispirazione progressista del sindaco Castrataro, che potrebbe essere presentata anche alle Regionali ormai dietro l’angolo con altro nome. Sembra potrebbe essere ‘Molise Futuro’.
I soliti beneinformati raccontano che la Scarabeo sia stata invitata alla riunione in serata e abbia deciso di partecipare per spiegare la propria posizione: toni ovviamente accesi, a volte molto accesi, i colleghi che sembravano quasi tutti intenzionati a richiederne la testa e poi, complice forse una riflessione più pacata sulle motivazioni del durissimo j’accuse, sembra siano state modificate le richieste che poi dovrebbero essere sottoposte al sindaco Castrataro.
Nessuna fucilazione in piazza ma rimpasto delle deleghe e ridimensionamento di alcune figure presenti in Giunta.
Dal Partito democratico sembrerebbero intenzionati a fare di tutto per evitare il peggio: esautorare l’assessore potrebbe non rappresentare un buon viatico per le Regionali. Da Volt pare che si propenda per la sfiducia, il Movimento pare si voglia rimettere alla volontà del sindaco (nonostante il commento sibillino della consigliera Elvira Barone di cui Primo Piano ha parlato ieri, ndr).
La considerazione che sembra prevalere in casa dem è di prospettiva e di strategia: ad un anno dal voto (e dopo aver incassato la sconfitta alle Politiche dove il centrosinistra che è forza di governo cittadino è stato sconfitto dal centrodestra), con quel famigerato campo largo che governa il capoluogo di provincia (caso raro in Italia) che le forze progressiste sembrano intenzionate a ricostruire per creare le basi per una solida alleanza su un programma di governo serio e credibile da proporre ai molisani nella prossima primavera, che segnale sarebbe per l’elettorato non tentare di ricucire lo strappo?
Dopo un durissimo faccia a faccia in Giunta, nel corso del quale il sindaco non avrebbe fatto mistero di voler sfiduciare la Scarabeo, la parola è passata ai partiti di maggioranza ai quali lo stesso Castrataro avrebbe chiesto di conoscere il parere sulla vicenda e la posizione in merito al futuro dell’assessore ribelle. Che come è noto, se venisse sfiduciata, dovrebbe lasciare anche il Consiglio comunale a fronte delle dimissioni conseguenti all’incarico fiduciario accettato quando è diventata componente della giunta.

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