Tempo di realizzazione previsto? Sessanta mesi. Somma da impiegare? 116 milioni e 78 mila euro circa. Fra i progetti ‘candidati’ all’impiego delle somme del Recovery Fund dalla Regione Molise, nella ‘macro area’ Salute, c’è quello per la realizzazione del nuovo ospedale di Isernia. Un avveniristico presidio, da realizzarsi in territorio di Monteroduni, che risponderebbe ai bisogni di ammodernamento, riorganizzazione e adeguamento della rete ospedaliera del Molise. La relativa scheda di progetto è stata inviata assieme a tutte le altre progettualità (illustrate in aula dal presidente Toma nel corso di un consiglio regionale monotematico) al dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Progetto di investimento, viene specificato nella scheda, con obiettivi rilevanti: con il nuovo nosocomio si promuovere la concentrazione dell’offerta ospedaliera di qualità in strutture nuove, funzionali e moderne, facilmente accessibili e dotate delle specialistiche previste dalla programmazione regionale, delle tecnologie e dei servizi necessari per il pieno soddisfacimento del diritto alla salute in condizioni di sicurezza e di efficienza. Si supereranno i presidi ospedalieri che sono «inefficaci tecnicamente ed economicamente». In pratica, si ridisegnerà «completandola, l’offerta specialistica della rete ospedaliera molisana in modo da incidere sulla mobilità passiva generata dalla domanda di prestazioni ospedaliere da parte della popolazione molisana rivolta a strutture fuori regione» e si razionalizzeranno i percorsi e i processi di lavoro, favorendo l’accessibilità all’area ospedaliera ed elevando il livello di sicurezza.
Perché un nuovo ospedale? L’attuale nosocomio, progettato e costruito dal 1970 al 1985 e realizzato con struttura in calcestruzzo armato e tamponature a cassetta, è ormai «obsoleto ed inadeguato non solo dal punto di vista dello stato delle opere murarie e delle caratteristiche costruttive ma anche e soprattutto per quanto concerne la ristrettezza e la distribuzione funzionale degli spazi e la dotazione tecnologica e impiantistica. Tale struttura – si legge nella scheda progetto -, inoltre, non garantisce possibilità di adeguamenti legati sia alle necessità, ormai non più procrastinabili, dell’accreditamento istituzionale che alla necessità del rispetto delle norme di protezione e sicurezza. In questo contesto, la realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero di Isernia costituisce una priorità del sistema sanitario molisano». Sì, una priorità. Dagli effetti positivi a cascata: i cittadini molisani avranno a disposizione «una struttura sanitaria sicura, di moderna concezione in termini di layout e all’avanguardia per la tipologia di apparecchiature sanitarie installate. Flessibile, verde e sostenibile, sarà in grado di soddisfare gran parte del fabbisogno energetico mediante fonti rinnovabili; saranno inoltre implementate nuove tecnologie che consentano di trattare i rifiuti sanitari all’interno delle strutture dove sono prodotti attraverso un processo di sterilizzazione in seguito al quale i rifiuti sanitari potranno essere smaltiti come rifiuti domestici, garantendo risparmi in termini di costi e di impatto ambientale». Un ospedale avveniristico, in coerenza con il progetto «Sanità d’iniziativa: nuovi modelli assistenziali a supporto dell’utenza fragile nel Ssr della Regione Molise» e dall’impatto duraturo poiché l’obiettivo è quello di migliorare la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale attraverso un sostanziale ammodernamento delle strutture sanitarie.
Perché un nuovo ospedale – Il Comune di Isernia è inserito nei comuni sismici fin dal 1937 e tutti i corpi di fabbrica del Veneziale sono stati realizzati nel rispetto della normativa sismica vigente dell’epoca della sua costruzione. L’opera, progettata intorno alla fine degli anni ’60, è stata poi realizzata tra gli anni ‘70 e ’80. «Tutto ciò implica, quantitativamente, un deficit di adeguamento delle strutture rispetto alla normativa del 2008 – si legge nello studio di fattibilità -: per quanto riguarda il primo blocco si è in presenza di calcestruzzo con oltre 35 anni e di acciaio liscio, mentre per il secondo nucleo, il calcestruzzo è più giovane e di migliore qualità e le armature sono in acciaio ad aderenza migliorata. Ciò evidenzia una differenza sostanziale tra i due blocchi e, indipendentemente dalla normativa, una vulnerabilità maggiore del primo blocco è da imputare alle proprietà meccaniche dei materiali (acciaio e calcestruzzo), inferiori a quelle del secondo blocco. Da uno studio condotto dal Cnr – si legge ancora – si ha una vulnerabilità alta per quanto riguarda il primo blocco e medio-alta per il nucleo Dea».
I dettagli del nuovo presidio ospedaliero – Duecento posti letto per una struttura moderna e sicura da costruire su un’area individuata nel territorio di Monteroduni. Il nuovo complesso ospedaliero sarà realizzato su una estensione di circa 80mila metri quadri ed ubicato a ridosso della Statale che collega Isernia a Venafro. Il bacino demografico di riferimento per il nuovo ospedale abbraccia l’intera provincia di Isernia con una popolazione attualmente residente di circa 86mila abitanti. Il nuovo Veneziale sarà integrato con il territorio attraverso una rete di servizi che avranno funzione di filtro nei confronti dell’accesso all’ospedale e agli altri livelli di assistenza così da favorire il decongestionamento dell’ospedale stesso, specie del Pronto Soccorso. La nuova struttura ospedaliera, quindi, nell’ipotesi progettuale, servirà un bacino di utenza di almeno 86mila persone e potrà contare su 200 posti letto per acuti. Livello di complessità tipico di un pronto soccorso, specialità e posti letto per area funzionale omogenea: area critica (10 posti letto), area chirurgica (42 posti letto di cui 3 in day surgery), area medica (49 posti letto di cui 10 in day hospital), area psichiatrica (6 posti letto), area ostetrica neonatale (16 posti letto di cui 1 in day hospital), area post acuzie (40 posti letto).

ppm

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