La vicenda del Cosib è approdata nella commissione “Ambiente” del Comune di Termoli, che ha audito l’avvocato Nicola Del Re, direttore generale del Cosib: «Depuratore, crisi industriale e trasparenza. Ecco cosa sta accadendo davvero». Per fare chiarezza sul tema della modifica statutaria e sull’utilizzo dell’impianto di depurazione del Nucleo Industriale per reflui provenienti dall’esterno abbiamo contattato lo stesso manager, una conversazione ampia, in cui il Direttore affronta anche le difficoltà economiche del Consorzio, la vicenda Herambiente e il futuro del territorio.
Direttore, la sua partecipazione alla Commissione Ambiente del Comune di Termoli ha acceso i riflettori su un tema molto sentito: l’utilizzo del depuratore del Nucleo Industriale per rifiuti esterni. Ci può spiegare qual era il nodo da chiarire?
«Sì, volentieri. Sono stato convocato su richiesta dei consiglieri Scurti e Stumpo per chiarire se l’attuale statuto del Cosib consenta, oggi, lo smaltimento di reflui provenienti da fuori il Nucleo Industriale. Il dubbio nasceva dal sospetto che tale apertura fosse stata introdotta recentemente, durante la presidenza dell’ing. Silvestri. Ma ho avuto modo di spiegare chiaramente che la modifica statutaria che amplia le finalità ambientali del Consorzio – comprese attività legate a discariche, impianti di depurazione e gestione rifiuti – è stata adottata nel 2015, durante la guida dell’ente da parte dell’ex sindaco Angelo Sbrocca. Non è quindi una novità dell’attuale gestione».
Dunque, la norma che apre anche ad attività connesse a rifiuti speciali è in vigore da anni.
«Esatto. È parte integrante dello statuto da quasi un decennio. La previsione riguarda la possibilità di progettare, realizzare e gestire impianti per la tutela ambientale, tra cui appunto discariche per rifiuti speciali, impianti di depurazione, reti fognanti, sistemi di trattamento e recupero rifiuti, e impianti per la cogenerazione. Si tratta di strumenti pensati per dare flessibilità e autonomia all’ente, anche in termini economici».
Economia che oggi è un tema centrale per il Cosib. Ci può descrivere la situazione attuale?
«Purtroppo, sì, la situazione è molto critica. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un progressivo calo dei reflui trattati nell’impianto consortile. Le cause sono molteplici: la chiusura dello zuccherificio, la crisi della Vibac, la riduzione delle attività Stellantis e la cassa integrazione che coinvolge ormai anche il settore chimico. Il risultato è una drastica riduzione dei ricavi derivanti dal depurato. A questo si aggiunge l’esaurimento dei lotti da vendere, che storicamente costituivano un’altra fonte di entrata per il Consorzio».
Una situazione che impone delle scelte. Quali scenari state valutando per il futuro?
«Occorre trovare nuova linfa, con progetti e proposte capaci di assicurare la sostenibilità dell’ente. Qualunque ipotesi verrà portata avanti, sarà sempre nel pieno rispetto delle norme, con la massima trasparenza e il coinvolgimento degli enti locali e delle comunità. Questo è un principio su cui il presidente Silvestri ha insistito sin dall’inizio del suo mandato. Le scelte che faremo dovranno garantire servizi, tutela ambientale ed equilibrio economico».
A proposito di trasparenza, si è parlato molto del progetto HERAMBIENTE. Come si è svolto l’iter?
«L’avviso di manifestazione di interesse da parte di HERAMBIENTE è stato pubblicato il 9 aprile 2025, sia sull’albo pretorio del Cosib che nella sezione “Amministrazione Trasparente” del nostro sito. La notizia ha avuto ampia diffusione anche attraverso la stampa locale. Davvero, non capisco quali ulteriori forme di pubblicità si pretendessero. Tutto è avvenuto alla luce del sole, nel pieno rispetto delle regole. Chi oggi parla di opacità forse dimentica i tempi in cui al Cosib alcune delibere venivano pubblicate e altre no. Noi, invece, stiamo lavorando per tirar fuori tutto ciò che in passato è stato nascosto e renderlo pubblico».
Non teme che l’apertura ai reflui esterni possa creare allarme nella popolazione?
«Comprendo le preoccupazioni dei cittadini, ma bisogna fare una distinzione tra le paure legittime e le strumentalizzazioni politiche. Nessun progetto sarà approvato senza un percorso partecipato e trasparente. Il nostro territorio merita soluzioni sostenibili, non decisioni calate dall’alto. Il Cosib è un ente pubblico, e deve agire nell’interesse della collettività, sia in termini ambientali che occupazionali».
In conclusione, qual è il messaggio che vuole lanciare al territorio?
«Chiedo fiducia, ma anche attenzione attiva. Siamo di fronte a una fase delicata, in cui è necessario coniugare responsabilità ambientale e rilancio economico. Il Cosib è pronto a fare la sua parte, ma serve il contributo di tutti: istituzioni, imprese, cittadini. Solo insieme possiamo costruire una nuova fase per l’industria e per il nostro territorio».
Emanuele Bracone