I guai sembrano non finire mai. A poche ore dalla conferenza stampa della Procura di Isernia che ha fatto il punto su quattro anni di indagini sull’inquinamento, la Coldiretti Molise lancia un nuovo allarme: «La Piana di Venafro rischia di diventare un grande campo fotovoltaico».
Il delegato confederale Giuseppe Spinelli e il direttore regionale Aniello Ascolese hanno scritto una lettera al governatore Donato Toma e agli assessori all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, e alle Politiche energetiche, Quintino Pallante, illustrando i possibili nefasti sviluppi di una vicenda che al momento in pochi conoscono.
«Negli ultimi giorni – scrivono Spinelli e Ascolese nella loro missiva – stiamo ricevendo notizie, da parte di nostri soci, imprenditori agricoli, operanti nella piana di Venafro, di offerte di affitto per terreni avanzate da rappresentanti di società che operano nel campo della produzione di energie rinnovabili. Così, dietro il miraggio di un cospicuo, quanto effimero, guadagno, gli imprenditori sono invitati ad abbandonare la produzione di cibo in nome di quella energetica, installando sui propri terreni impianti fotovoltaici a terra».
I dirigenti Coldiretti evidenziano «che nel 2021, in Molise, la produzione energetica da fonti rinnovabili è risultata già più del doppio rispetto ai consumi totali (fonte Ansa)».
Non trascurabile è, inoltre, il fatto che «le proposte avanzate ai proprietari dei terreni contengono offerte economiche esorbitanti, tali da causare una vera e propria distorsione del mercato degli affitti, causando danni indiretti a moltissime aziende che lavorano nel vasto comprensorio venafrano, terreni in locazione».
Spinelli e Ascolese fanno riferimento a «terreni particolarmente vocati all’agricoltura di qualità, agevolata anche dalla presenza in zona di moderni ed efficienti impianti di irrigazione, installati grazie all’ottimo operato del Consorzio di bonifica della Piana di Venafro che tanto si sta spendendo per la valorizzazione e l’ampliamento dell’attività agricola dell’area, favorendo anche la coltivazione di produzioni in serra che aumenterebbero in maniera esponenziale il valore economico delle produzioni a beneficio tanto delle aziende quanto dell’occupazione dell’intera area interessata».
Come più volte ribadito, «Coldiretti – ancora Spinelli e Ascolese – non è, in linea di principio, contro la produzione e l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ma manifesta la convinta contrarietà alla diffusione indiscriminata ed incontrollata di tali impianti a terra che minacciano vaste aree della nostra regione, dalla Piana di Venafro al Basso Molise, zone a grandissima vocazione agricola, senza dimenticare i danni che ne scaturirebbero anche dal punto di vista turistico, con una inevitabile perdita di appetibilità del patrimonio artistico e culturale dei territori interessati».
Per questo Coldiretti ha da subito suggerito l’utilizzo del fotovoltaico sui tetti delle strutture aziendali; una soluzione, chiesta anche con la petizione “Sì alle fonti rinnovabili di energia senza il consumo di suolo agricolo” che, a livello nazionale, ha agevolato l’emanazione del “Bando Agrisolare”, uno strumento finanziario che supporta le aziende che vogliono rendersi il più possibile autonome dal punto di vista energetico senza sacrificare suolo coltivabile.
La contrarietà ad impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli produttivi è stata peraltro espressa chiaramente anche da numerosissimi Comuni della regione che, sposando la posizione di Coldiretti in difesa del territorio, hanno approvato delibere di Consiglio o di Giunta contro il diffondersi indiscriminato di tali impianti sul loro territorio.
«Dimostrando sensibilità verso questo rischio – ricordano i dirigenti di Coldiretti – la Regione ha individuato, con la deliberazione di Giunta numero 187 del 22 giugno 2022, le aree ed i siti non idonei all’installazione di tali impianti, interdicendoli in “Aree agricole destinate alle produzione D.O.C.G. e D.O.C., D.O.P. e I.G.P. ma anche sui terreni agricoli irrigati con impianti realizzati con finanziamento pubblico”, come avvenuto in vaste aree della Piana di Venafro. Infine – concludono Spinelli e Ascolese – va considerato anche che l’installazione di parchi fotovoltaici a terra andrebbe ad aggravare il rischio, denunciato ormai da mesi da Coldiretti, dell’avvento del cosiddetto “cibo sintetico”. Un rischio che ha spinto la nostra organizzazione a lanciare una nova petizione per chiedere al Governo di varare in tempi brevissimi una Legge che vieti la produzione l’uso e la commercializzazione di tale “cibo” in Italia. Una nuova battaglia sposata da numerosi Comuni della regione che hanno o stanno approvando delibere di Consiglio e di Giunta per opporsi al cibo in provetta».

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