Sanità, lavoro, infrastrutture, tutela dell’ambiente e sviluppo delle aree interne. Per portare il Molise fuori dal baratro la ricetta di Stefano Buono ruota attorno a questi punti fermi.
Presentando la propria candidatura nella lista del Partito Democratico al Consiglio Regionale del Molise, dalla sua sede elettorale di Venafro, il presidente di Partecipazione Democratica parla a stampa e simpatizzanti e non usa mezzi termini: «Il centrodestra è rimasto esattamente quello di Toma, ha solo cambiato il vertice, la base è integralmente ricandidata, alla ricerca di una cosa sola, la conservazione del potere. Hanno distrutto ogni possibilità di sviluppo per questa terra – ha attaccato Buono -, noi dovremo ricostruire tutto partendo dalle macerie, dovremo metterci totale impegno e massima responsabilità e ce la faremo, libereremo questa terra da chi l’ha usata come un bancomat al proprio servizio».
Buono ha indicato i punti fondanti e le ragioni della propria candidatura, raccontando un episodio che lo ha toccato da vicino: «Ieri ho incontrato un amico, non ci vedevamo da un po’ e tra le tante cose siamo finiti a parlare di sanità. Ha un problema a una mano, ha prenotato una radiografia e gli hanno dato appuntamento a fine anno. Nove mesi. “Fra nove mesi non c’ho più la mano!” ha scherzato lui, mentre io lo guardavo con un nodo alla gola. Non so se tutti hanno l’esatta percezione di quello che sta accadendo in questa regione, di sicuro ce l’ha chi deve curarsi e non sa come fare. Un sistema sanitario pubblico che ti dice “vieni tra 9 mesi” è un sistema fallito. Donato Toma, presidente della Regione e Commissario alla Sanità – ha proseguito Buono – poteva fare e non ha fatto, sulla sanità si è giocato fin troppo e questo non è accettabile. Aiutatemi, aiutateci a impedire che i responsabili di un simile sfascio tornino a mettere piede in regione».
«Mi concentrerò sul fare le cose – ha argomentato l’esponente Pd -, portando in Consiglio le ragioni e le esigenze di un territorio che sento l’onore e l’onore di rappresentare, che va da Sesto Campano a Termoli, senza alcuna esclusione. Faccio solo un esempio: il grande hub di Amazon ha aperto immediatamente dopo il confine con l’Abruzzo, non poteva aprire in Molise? Perché non abbiamo fatto di tutto per attirare Amazon? Perché ci siamo fatti scappare questa occasione? Ecco – ha concluso Buono – questo non dovrà succedere più, dovremo rendere questo territorio attrattivo per le imprese, investendo su infrastrutture e viabilità, sulle nostre strade che sono piccole e sembrano colabrodo».

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