Alle accuse dei consiglieri regionali del Pd sul nuovo Piano sociale regionale, da lunedì all’attenzione della IV Commissione di Palazzo D’Aimmo, ha replicato a stretto giro la delegata al Welfare Stefania Passarelli.
«I consiglieri del Partito democratico continuano a giocare sporco, alimentando illazioni e accuse al limite della diffamazione. La realtà dei fatti è ben diversa – dichiara Passarelli – Come più volte ribadito, l’iter per l’elaborazione della proposta di Psr 2025-2027 è quello definito con delibera di Giunta regionale 88/2024. Ed è quello che è stato seguito fin dall’inizio, come è del resto evidenziato nel documento istruttorio della recente delibera con la quale la Giunta regionale ha approvato la proposta di Piano sociale regionale al vaglio della Commissione competente.
Le illazioni gratuite e diffamatorie, di cui la nota stampa dei consiglieri regionali del Pd è “ricca”, sono gravi, riguardano la Regione ma anche gli attuali coordinatori degli Ambiti territoriali sociali che nell’elaborazione della proposta di Psr si sono attenuti alle prescrizioni contenute nella Dgr 88/2024, che nessuno ha mai impugnato né contestato. Alla Regione e ai coordinatori – spiega ancora la delegata – vengono addebitati comportamenti ai quali sono tutti completamente estranei. Come riporta il verbale dell’ultima riunione del gruppo tecnico, svoltasi il 7 marzo scorso e sottoscritto da tutti i coordinatori degli Ats, gli stessi hanno rimandato, per evidenti ragioni di opportunità, al Servizio Programmazione Politiche sociali la stesura del Capitolo 3, quello che viene utilizzato dai consiglieri regionali del Pd per alimentare dubbi, sospetti e gettare ombre sulle professionalità – che anche loro è ben nota – e sulla assoluta legittimità di un percorso di riforma del settore che ha seguito l’iter definito proprio con la Dgr 88/2024».
Prosegue, quindi, la vicepresidente del Consiglio: «Il Partito democratico del Molise accusa i coordinatori di “autoscrittura” dei criteri di selezione, di “autoqualificazione” del ruolo dirigenziale e di “autoliquidazione” di compensi retroattivi. Considerazioni al limite della diffamazione verso chi, fino ad oggi, ha portato avanti gli Ats con professionalità e dedizione verso i più fragili. Nessuna autoscrittura visto che, come detto, è stata demandata al Servizio regionale la definizione dei criteri per l’avviso pubblico che consentirà, in base a requisiti rigorosi, di stilare una graduatoria degli idonei a ricoprire il ruolo di coordinatore degli Ats: una scelta motivata proprio dal rispetto del ruolo e dalle ragioni che invece oggi spingono i consiglieri del Pd a lanciare accuse evidentemente infondate. Ma dal Pd non arrivano, solitamente, richiami al riconoscimento delle professionalità, alla meritocrazia? E oggi che, grazie ad una selezione pubblica, si potranno individuare le figure di riferimento degli Ats, non va più bene qualificare i servizi grazie all’utilizzo di professionalità riconosciute e individuate con una procedura ad evidenza pubblica? Nessuna autoqualificazione ma una precisa scelta della Regione, che ha scelto legittimamente di riappropriarsi del proprio ruolo di programmazione, per sottrarre i tecnici allo strapotere dei politici: con la proposta di riforma, i coordinatori saranno finalmente indipendenti dal potere del ‘potente’ di turno, non ci sarà spazio per dirigenti che si approprieranno del loro ruolo indispensabile. Nessuna autoliquidazione di compensi retroattivi: mi chiedo dove sia scritto, visto che ad oggi nessuno dei coordinatori è dirigente. Di fronte a questa narrazione diffamatoria, i coordinatori forse – “suggerisce” Passarelli – farebbero bene a tutelarsi nelle sedi opportune.
I consiglieri del Pd, come si legge nella loro nota stampa dai toni infuocati, vanno oltre: adombrano sospetti e intenderebbero sottoporre lo schema di Piano sociale regionale all’attenzione di altre Autorità. Ne hanno ovviamente la facoltà, se vogliono possiamo accompagnarli in Procura. L’attenzione del Pd si concentra ancora sul numero degli Ats, adombrando rischi di privazione di servizi, di esautoramento dei sindaci. Gli Ambiti territoriali sociali diventeranno tre ed è, come loro sanno bene ma dimenticano di dire, il Piano sociale nazionale a stabilire come “priorità la coincidenza degli Ats con i Distretti Sanitari e i Centri per l’Impiego. Il nostro Piano sociale regionale, quindi, sarà in linea con quello nazionale. Forse il motivo per il quale la proposta di Psr agita così tanto i sonni dei progressisti nostrani risiede proprio nel fatto che la riforma potrebbe mettere in crisi equilibri ormai consolidati – va al contrattacco la delegata alle Politiche sociali – sui quali qualcuno potrebbe aver costruito consenso e fortuna politica. Ecco, è proprio questo il meccanismo che non crediamo sia più accettabile e sostenibile: avere accesso ai servizi sociali è un diritto, non un favore per il quale rivolgersi al ‘potente di turno’. La Regione dimostrerà con i fatti che questa riforma porterà benefici e maggiore efficienza, che i cittadini avranno tutti servizi di prossimità ai quali accedere senza dover chiedere alcun “aiutino” politico, che si procederà finalmente con le assunzioni. Ricordiamo al Pd, se lo avesse dimenticato, che gli appalti vengono banditi e gestiti dagli Ats e non dalla Regione – conclude Passarelli – e che tutte le persone fragili dovranno avere lo stesso trattamento economico e di tempistica, a prescindere dal comune di residenza».

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