Anche se nelle ultime ore si sono registrate novità positive (la Regione ha liquidato a Gemelli e Neuromed il bimestre settembre-ottobre 2022), i mancati pagamenti o comunque i pesanti ritardi nel saldare le prestazioni alle strutture private insieme al «braccio di ferro sui contratti con i privati stanno mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro e l’assistenza sanitaria ai malati».
Così la segretaria della Uil Molise Tecla Boccardo.
«C’è un salto indietro preoccupante della sanità per colpa delle scelte fatte in questi anni, aggravate dall’attuale struttura commissariale, a partire dal mancato potenziamento della medicina territoriale. Purtroppo – prosegue ampliando il raggio della riflessione – constatiamo che nulla è stato fatto per rafforzare la funzione elevatissima e strategica dei medici di medicina generale, degli infermieri e dei diversi professionisti del mondo sanitario, compresi quelli del 118. Così come nulla è stato fatto per la riduzione delle liste d’attesa, nonostante i finanziamenti ricevuti. Anzi le misure adottate vanno nel senso opposto».
A parere di Boccardo, «di fatto non viene garantita l’assistenza e, per curarsi, o si pagano costose prestazioni private o si va fuori regione, con il conseguente aumento della mobilità passiva, da oggi aggravata dal blocco incomprensibile delle strutture private che fanno mobilità attiva. Così facendo si complica il contesto e si limita di fatto l’accesso alle terapie salvavita, come sta accadendo per la radioterapia del Gemelli, fiore all’occhiello per il Molise, oltre che speranza per i malati oncologici ai quali va la nostra totale solidarietà e per i quali continueremo a batterci ad ogni livello».
Sullo sfondo anche un altro tema: la Regione, punta il dito la sindacalista, «paradossalmente non utilizzi le grandi opportunità messe a disposizione dal Pnrr e dai fondi europei anche per rinforzare il sistema socio sanitario».
Quindi, conclude, «mentre continua una battaglia sulla nostra pelle, per chissà quali fini, tra commissario e privati accreditati, noi vediamo morire il nostro sistema sanitario, pubblico e accreditato. E con esso, a caduta, comincia ad aleggiare anche lo spettro dei licenziamenti nelle strutture private che lamentano crediti da anni. Invece di ricostruire la nostra sanità con fondi e progettualità, si sta facendo l’esatto contrario».

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