Un incontro tra governo e Regioni, domani, per verificare la possibilità di una modifica dei parametri che determinano il cambio di colore e in particolare dell’indice Rt. Sarà preceduto da una riunione dei tecnici delle Regioni per mettere a punto delle proposte.
L’obiettivo dei presidenti è quello di considerare non più l’indice di diffusione del contagio per l’attribuzione dei colori ma l’Rt ospedaliero. Per il governo ci saranno il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini e quello della Salute Roberto Speranza. Una delle ipotesi di mediazione è lasciare invariate le soglie agevolando però le regioni a rischio che hanno un maggior numero di vaccinati, soprattutto tra gli over 70. In base a questo criterio già venerdì tutta Italia potrebbe essere gialla.
Si intensifica il confronto, all’interno della maggioranza, in vista delle modifiche al decreto in vigore dal 26 aprile. Stamane la cabina di regia con Draghi e i capi delegazione. I temi sul tavolo sono: coprifuoco, quarantena, consumazioni al bancone del bar. La data chiave è il 14 maggio: se il monitoraggio di venerdì confermerà la discesa costante della curva epidemiologica, il calendario sarà rivisto e già dal giorno successivo cadrà l’obbligo di isolamento per chi rientra dall’estero. Dal 17 maggio potrebbe slittare di due ore il coprifuoco, da mezzanotte alle 5. Inoltre, l’iter per le riaperture anticipate mira ad eliminare dal 21 giugno il divieto di circolazione notturna e a rendere più elastiche le misure all’interno dei locali pubblici, anche se mantenendo mascherina e distanziamento.
La Lega spinge per la cancellazione del coprifuoco già da lunedì prossimo, il leader Salvini twitta: «Anche oggi 17.394 guariti e 532 dimessi dagli ospedali, di cui 42 dalle terapie intensive. Questa settimana chi potrà dire no a #riaperture e #nocoprifuoco?». Ma il ministro della Salute Roberto Speranza invita alla cautela: «Il Covid non è sconfitto».
Lo stesso Speranza non rinnoverà l’ordinanza che impone 5 giorni di isolamento a chi arriva da Paesi europei, Regno Unito e Israele. All’ingresso in Italia, per circolare liberamente basterà avere un certificato che attesti vaccinazione, guarigione o tampone negativo nelle 48 ore precedenti.
Dal 15 giugno la stessa regola sarà valida anche per tutti gli altri Stati che avranno un’alta percentuale di persone immunizzate.
Quanto alle consumazioni nei bar, si pensa di consentire dal 1 giugno (quando i ristoranti potranno servire il pranzo anche al chiuso) l’ingresso libero, mantenendo almeno un metro di distanza tra le persone e indossando la mascherina quando non si mangia e beve.
Il 15 maggio, poi, riaprono le piscine all’aperto e il 1° giugno si potrà tornare in palestra. Ma nessuna data è stata fissata per le piscine al chiuso, con perdite pesanti per circoli sportivi e strutture che non hanno possibilità alternative. L’ostacolo alla ripartenza è il divieto di utilizzo delle docce caldeggiato dagli scienziati, che però si punta a superare con ingressi limitati negli spogliatoi e obbligo di sanificazione dei locali dopo l’utilizzo di ogni atleta. Se questa regola otterrà il via libera del Comitato tecnico scientifico, è possibile che il 1° giugno tutte le piscine possano tornare a funzionare.
Anche i centri commerciali chiedono di poter lavorare nei fine settimana. Deciderà la cabina di regia fissando anche la data, al momento circola quella del 22 maggio.
Infine, matrimoni ed eventi. Dopo il via libera alle linee guida da parte della Conferenza delle Regioni, serve l’ok del Cts. Il protocollo ricalca infatti le regole previste all’interno dei ristoranti e non esclude – in caso di un numero alto di invitati – la partecipazione con la certificazione verde. Si potrebbe ricominciare a festeggiare nozze & Co. dal 15 giugno, al massimo dal 1 luglio.

























