Perfettamente allineate, sulla mensola ci sono almeno 20 moto da collezione. «La sua passione…», sussurra mamma Dora. Collezione che era destinata a occupare ben altro spazio se quell’ordigno non lontano da Farah non avesse spezzato la giovane vita di Alessandro Di Lisio.
A casa, in salotto, un ritratto in cui sembra il protagonista di un film americano sulle tante guerre ‘giuste’ che gli Usa hanno condotto per occidentalizzare il mondo. «A suo padre disse, quando tornò in vacanza prima di quello che poi accadde, che in Afghanistan per come lui lo aveva conosciuto c’erano solo due strade. O fai un enorme piazzale di cemento, o te ne vai. Perché la cultura di quel popolo non la cambierai mai».

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