Gianluigi Torzi torna libero. Il Tribunale del Riesame di Roma, in seguito all’udienza di rinvio dalla Cassazione che si è tenuta lo scorso 31 gennaio, ha disposto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Roma in relazione alle accuse contestate dalla procura capitolina al broker molisano, già indagato dalla magistratura vaticana (e ora sotto processo) nell’inchiesta sulla compravendita del palazzo di Sloane Avenue a Londra, di autoriciclaggio ed emissioni di fatture per operazioni inesistenti.
«Finalmente è stata fatta giustizia – commenta l’avvocato Marco Franco che insieme alla collega Ambra Giovene difende Torzi – rispetto a una misura cautelare che non aveva alcun senso giuridico ancorché logico. Adesso saremo pronti, con la dovuta serenità, ad affrontare i due processi, quello vaticano e quello romano, sicuri che dimostreremo la legittimità di ogni condotta contestata al nostro assistito».
Lo scorso ottobre, la Cassazione, dopo il ricorso il ricorso presentato dai difensori del broker, aveva disposto un annullamento con rinvio in relazione all’ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma che aveva confermato la misura cautelare. Dopo il deposito delle motivazioni dei supremi giudici la questione è tornata davanti al Riesame che ha dovuto svolgere nuovamente una valutazione.
Torzi, sotto processo da parte dell’autorità giudiziaria vaticana che gli ha contestato un illecito profitto pari a 15 milioni di euro, da anni vive a Londra. Nei suoi confronti era stata chiesta l’estradizione e a metà dicembre era arrivato il primo via libera da un giudice inglese. La decisione era stata subito impugnata dai suoi legali. Ieri, infine, l’annullamento della misura cautelare.

























