Aiuta un disabile a salire sul pullman e poi a scendere per prendere il treno. Viene aggredita, insultata e minacciata dall’autista del bus sostitutivo che, alla domanda sul perché non avesse provveduto a dare una mano a un uomo in evidente difficoltà, aveva risposto: non è di mia competenza.
È accaduto a una professionista molisana che viaggia per lavoro ogni settimana verso la Capitale. Un episodio avvenuto davanti agli occhi di molte persone, dagli altri passeggeri al capotreno che a Roccaravindola è dovuto intervenire per intimare all’autista del bus di scendere dal convoglio. Ora i fatti sono all’attenzione degli inquirenti. Ma la sfortunata protagonista della vicenda ha contattato la redazione per raccontare quanto è avvenuto. «Voglio che si sappia perché ogni giorno tante persone affidano la propria sicurezza alle imprese di trasporto, dovendo viaggiare per lavoro o per studio. Credo sia giusto che le aziende e le istituzioni che pagano e controllano, o dovrebbero controllare, come viene svolto il servizio si pongano il problema: a chi mettiamo in mano la vita delle persone?».
Il 2 febbraio, a Isernia, un uomo di colore, diversamente abile con problemi di deambulazione, aspetta l’autobus sostitutivo del treno per Roma. È una delle prime corse per la Capitale e arriva da Campobasso. Quando il pullman si ferma, lui in evidente difficoltà cerca di salire. L’autista, racconta la donna non si muove, resta al suo posto. Lei e altri passeggeri, già a bordo, fanno piano piano salire l’uomo che sta su una carrozzina. Chiedono però spiegazioni all’autista: scusi, perché non ha fatto nulla? E lui: non è di mia competenza. Giunti a Roccaravindola, sempre i passeggeri aiutano l’uomo a scendere e a prendere il treno. Ed è qui che, secondo i fatti denunciati dalla donna alla polizia e comunicati anche con una diffida a Trenitalia, l’autista del pullman la segue e la insulta, chiedendole di mostrargli i documenti perché lui è un pubblico ufficiale. Spaventata, lei si affretta a salire sul treno. Anche qui l’autista la insegue e continua a minacciarla, finché il capotreno non lo fa scendere.
Arrivata a destinazione, la donna scrive alla ditta esterna che per Trenitalia cura il trasporto in autobus fino a Roccaravindola e a Trenitalia stessa: le persone devono sentirsi sicure quando viaggiano e non minacciate. Fa le sue rimostranze anche alla ditta esterna di cui è dipendente l’autista. Poi sporge denuncia e sarà ora la Procura di Isernia ad accertare fatti e responsabilità.
«Non volevo tenere per me una vicenda che mi ha profondamente scosso. Da giorni io non riesco a lavorare, per lo spavento che questa situazione assurda mi ha causato. Sono convinta però che non sia solo una brutta storia personale. Ripeto, la Regione e le aziende di trasporto devono controllare che chi ha a che fare con l’utenza abbia l’equilibrio giusto per rapportarsi col pubblico innanzitutto e sappia anche non ledere l’immagine del proprio datore di lavoro».
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