Parla l’autista del servizio sostitutivo del treno di cui la scorsa settimana ci siamo occupati. Non ha aiutato un disabile a salire sul bus e mi ha aggredito dopo che gli avevo chiesto il perché: questo in sintesi il racconto di una pendolare molisana, alla Procura e alla stampa, che insieme ad altri passeggeri aveva dato una mano all’uomo in difficoltà.
L’autista, attraverso l’avvocato Gianni Spina, offre la sua ricostruzione definendo quella della donna «fantasiosa e parziale». Ritiene il legale che l’articolo sia «denigratorio e lesivo della reputazione del mio assistito attesa l’erroneità dei fatti esposti». Spiega Spina: «Il mio assistito, autista della Fontechiari Tour, mi riferisce che il 2 febbraio 2022, durante lo svolgimento del servizio per la tratta Campobasso-Roccaravindola delle ore 5.20/6.50, si fermava alla stazione di Isernia alle 6.15, allorquando si presentava vicino all’autobus un signore di colore, disabile con problemi di deambulazione, noto avventore del servizio, il quale si accingeva a prendere il mezzo di trasporto. Il signor V., considerati i problemi fisici del signore, lo aiutava a salire sul primo gradino dell’autobus, preoccupandosi poi di sistemare la carrozzina del disabile nella bagagliera dell’autobus, come ha sempre fatto considerato che lo conosceva in quanto frequentatore abituale della tratta e in considerazione delle norme anti Covid. Infatti, non essendo l’autobus dotato di pedata per consentire la salita di disabili su carrozzina, il che avrebbe consentito al signore di salire in autonomia sul mezzo di trasporto, e pur non essendo a ciò tenuto per quanto si dirà infra, il signor V,, come ha sempre fatto nei confronti di tale signore, a lui ben conosciuto, dopo averlo aiutato a salire sul primo gradino della porta posteriore (atteso che quest’ultimo era in grado di prendere posto autonomamente aggrappandosi ai corrimano posizionati ai lati dalla stretta e ripida scaletta e così ha sempre fatto), e anche in considerazione della normativa anti Covid, andava a collocare come detto la sedia a rotelle sotto la bagagliera.
A quel punto – prosegue il legale – nel momento in cui il signor V. faceva per risalire sul mezzo per riprendere la corsa veniva immotivatamente aggredito verbalmente da una signora, successivamente qualificatasi come “avvocato”, che gli rivolgeva offese e accuse infamanti, sostenendo di non aver aiutato il disabile e di essere una persona priva di buon senso». Vistosi «aggredito ingiustamente, replicava spiegando di aver aiutato il disabile secondo quanto consentito dal mezzo e dalle proprie possibilità, in particolare significando che pur non essendo il mezzo provvisto di pedana aveva comunque provveduto, pur non essendo nelle sue mansioni, ad aiutare il disabile a salire sul mezzo in modo da consentire il rispetto della normativa anti Covid». Il passeggero, riferisce il legale, non aveva la Ffp2, l’ha indossata successivamente. Inoltre l’autista lo ha aiutato evitando di incorrere in responsabilità: «Ove il disabile fosse caduto durante queste operazioni lungo la scalinata stretta e ripida sita a ridosso della porta posteriore, ne sarebbe scaturita una sua responsabilità personale».
Arrivati a Roccaravindola, estratta la sedia a rotelle dalla bagagliera e posizionandola davanti alla porta dell’autobus per aiutare a scendere il disabile, «il quale già si trovava collocato sul primo gradino aggrappato ai corrimano laterali, veniva di nuovo aggredito verbalmente dalla sedicente presunto avvocato con parole offensive, da cui scaturiva un diverbio che si concludeva allorquando la signora, rifiutatasi di fornire le proprie generalità richieste dall’autista, riferiva che avrebbe sporto denuncia presso la ditta dove il signor V. lavora oltre che a Trenitalia». L’autista, ancora l’avvocato, ha allertato la centrale operativa segnalando l’accaduto e poi si è recato dai Carabinieri per sporgere denuncia «al fine di tutelare la propria immagine e il proprio posto di lavoro». Posto di lavoro che, sottolinea Spina, il suo assistito rischia di perdere «pur non avendo alcuna responsabilità e avendo anzi tenuto una condotta professionale improntata tanto alla correttezza nell’adempimento dei propri obblighi tanto al buon senso nell’offrire il proprio aiuto al disabile».

in foto: il legale Gianni Spina

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