Il governo è al lavoro sul decreto che porterà nuovi aiuti contro il caro energia e che dovrebbe valere circa 4-5 miliardi. Secondo quanto si è appreso da fonti di governo, se è certo che non ci sarà scostamento di bilancio, non è ancora chiaro che forma prenderanno i nuovi sostegni. Ma è chiaro che servono, visto il peso triplicato delle utenze per famiglie e imprese.
Ne ha parlato ieri mattina il premier Draghi in visita a Genova. Chiudendo il suo discorso a Palazzo San Giorgio il presidente del Consiglio ha annunciato un «intervento di ampia portata» per alleviare il caro bollette: un nuovo provvedimento che sarà varato nei prossimi giorni. «Il governo – ha detto – non dimentica il presente e il presente oggi ci fa vedere una realtà caratterizzata dalle difficoltà che famiglie e imprese hanno per l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica».
Finora, come ha riassunto ieri il consigliere regionale dei 5 Stelle Angelo Primiani nella mozione presentata per chiedere al presidente Toma di istituire un fondo straordinario in grado di andare incontro alle necessità delle famiglie meno abbienti e delle piccole e medie imprese, il governo nazionale ha messo in campo 5,5 miliardi per calmierare il costo delle bollette. E ha previsto, fra le altre cose, l’annullamento degli oneri di sistema per la luce fino a 16kWh e la riduzione al 5% dell’Iva sul gas per usi civili e industriali, il taglio bollette nel primo trimestre 2022 per i redditi più bassi e la possibilità di rateizzare i pagamenti delle bollette dei primi quattro mesi dell’anno, senza interessi, fino ad un massimo di dieci mensilità.
Interventi che secondo il consigliere non sono però sufficienti. La pensa così anche l’Adoc. Il presidente regionale dell’associazione consumatori Nicola Criscuoli, in attesa di conoscere i dettagli della misura che il governo si appresta a varare, esprime però un timore. «Probabilmente c’è l’intenzione di mettere di nuovo somme sulle bollette senza un intervento strutturale. Noi abbiamo avanzato delle proposte che sono anche di buon senso.
Per esempio, l’Iva agevolata al 4% sul gas, come sui beni di prima necessità. Normalmente è invece al 10% per i primi 480 metri cubi consumati e oltre questa soglia è al 22.
Oppure, innalzare i limiti per godere dei bonus energia e gas. Aspettiamo. Ma, ripeto, non vorrei che tutto questo si traducesse in una iniezione di liquidità sulle bollette senza affrontare il problema».
Anci nazionale ha lanciato la protesta simbolica “Spegniamo le luci”. Anche in Molise, organizzata dall’Anci regionale, i Comuni spegneranno l’illuminazione di un edificio rappresentativo o di un luogo rappresentativo per la comunità, in segno di protesta contro il caro bollette.
«Le risposte del governo alle nostre richieste non sono sufficienti. Evidentemente non si percepisce il rischio che questa crisi si ripercuota negativamente sui bilanci degli enti locali e di conseguenza, soprattutto, sulla possibilità di erogare con continuità i servizi pubblici ai cittadini», ha spiegato così il motivo dell’iniziativa il presidente di Anci nazionale Antonio Decaro.


























