L’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria in Molise deve andare avanti. Il Comitato Verità e Dignità per le vittime Covid, presieduto da Francesco Mancini, ha illustrato ieri alla stampa le motivazioni dell’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Campobasso.
Si tratta, hanno spiegato i legali del comitato Vincenzo Iacovino e Andrea Ruggiero, del procedimento aperto in seguito alle denunce di una privata cittadina, Camilla Caterina, in particolare sulla comunicazione a Roma del numero dei posti letto Covid di terapia intensiva, dato importante ai fini della collocazione delle Regioni nelle diverse fasce di rischio e quindi dell’attivazione di misure di contenimento del contagio. Un aspetto che anche il Comitato, nei suoi esposti, ha evidenziato. «Per questo oggi siamo qui», ha detto Iacovino. La richiesta di archiviazione è pervenuta anche al sodalizio, di qui l’opposizione.
È uno dei filoni di una inchiesta molto ampia, ma è quello su cui gli organi inquirenti sono arrivati alla conclusione che non c’è stato reato. La Procura, hanno ripercorso ieri il Comitato e i suoi legali, ha formulato in particolare due quesiti: sul reclutamento del personale da parte dell’Asrem e sulla comunicazione al Ministero del numero complessivo di posti letto di rianimazione disponibili sul quale calcolare l’occupazione e, al superamento della soglia (nel periodo oggetto delle denunce era il 30%), attivare la Centrale di soccorso nazionale per il trasferimento dei pazienti in ospedali fuori regione. «Dalle risposte che hanno dato i consulenti – così Iacovino – si è giunti al fatto che l’Asrem avrebbe fatto tutto il possibile per assumere personale e che sarebbero stati correttamente comunicati i dati al Ministero». A suo parere non è così. Fino a novembre 2020, i posti letto di terapia intensiva erano 30, poi sono diventati 34. L’attivazione della Cross sarebbe dovuta scattare al nono posto occupato. Mentre «la direttrice sanitaria, ascoltata come persona informata dei fatti, ha dichiarato che la Cross è stata attivata tutte le volte che venivano superati i 12 posti occupati». Solo a febbraio 2021, i posti di rianimazione sono diventati 39 (il cui 30% è 12). E solo nel mese di febbraio 2021, sempre secondo le dichiarazioni della direttrice sanitaria riferita da Iacovino, sarebbe scattata 13 volte la Cross. «La realtà fattuale non corrisponde alle dichiarazioni rese. Dai report mandati all’Iss, scopriamo che fino a novembre indicano soltanto la percentuale dei ricoveri ma non il numero dei ricoverati». Un dato, questo, che viene introdotto solo il 2 febbraio 2021, dopo il decreto – ha sottolineato Iacovino – con cui il presidente Toma ordinò all’allora commissario della sanità Giustini di contrattualizzare i posti letto dei privati Neuromed e Cattolica.
«I dati – la conclusione dell’avvocato – non solo non sono veritieri ma non tornano. Ci auguriamo perciò che il gip fissi l’udienza e ci convochi»

























