La protesta degli autotrasportatori contro il caro carburante è arrivata a Campobasso. Partita dalla Sicilia, salita poi fino alla Puglia e al Molise, rischia di allargarsi a tutta l’Italia. Nel primo pomeriggio di ieri decine di Tir fermi a San Giovannello, nella zona commerciale e industriale del capoluogo. E il primo effetto arriva proprio da un’azienda simbolo del Molise e del made in Italy. Il pastificio La Molisana da oggi ferma la produzione. «I nostri camionisti – ha spiegato ieri l’amministratore delegato Giuseppe Ferro – non possono uscire dallo stabilimento perché verrebbero fermati dai loro colleghi che stanno bloccando strade e autostrade a partire dalla Puglia: non potendo portare la semola dal mulino allo stabilimento e la pasta dallo stabilimento ai distributori, abbiamo deciso di bloccare la produzione da domani (oggi, ndr). E penso che non saremo l’unica azienda a farlo».
Se i blocchi non lasceranno passare i prodotti, gli ha fatto eco il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, c’è il serio rischio, scongiurato per tutta la pandemia, di vedere vuoti gli scaffali dei supermercati. Protesta legittima, ha aggiunto, il carburante è aumentato del 25% in un anno. L’auspicio quindi è che governo e sindacati trovino una soluzione.
«I costi sono così elevati che viaggiare è diventato troppo oneroso e così abbiamo deciso di fermare i mezzi», ha spiegato Gianni Nuzzi, titolare di una azienda di trasporti di Altamura e presidente del consorzio di trasportatori Gaa. In Puglia la protesta culminerà con una manifestazione a Bari.
Gli autotrasportatori chiedono la riduzione delle accise sul gasolio e della pressione fiscale, sconti autostradali e il riconoscimento del lavoro come usurante: «Non si può arrivare a 68 anni e guidare ancora un camion. Protesteremo a oltranza e stiamo valutando di spostare la protesta a Roma».


























