Ha preregistrato la dichiarazione di guerra, l’ennesima farsa del novello zar. Poi, l’attacco all’Ucraina lo ha sferrato alle 4 del mattino del 24 febbraio 2022. Il giorno in cui Vladimir Putin ha riportato l’Europa indietro nel vecchio millennio, agli anni del secondo conflitto mondiale.
Alle frontiere premono migliaia di profughi. Il terrore negli sguardi dei bimbi in fuga con le famiglie. I prezzi delle materie prime in arrivo dalla Russia alle stelle. Le bollette degli italiani, già pesantissime, aumenteranno ancora. L’impatto sul Molise, per quanto i numeri dell’export siano poco significativi, sarà comunque devastante. A lanciare l’allarme è il presidente della Camera di Commercio Paolo Spina. «Nel 2021 il valore dell’export verso la Russia è stato di 6,5 milioni, di altri 2 verso l’Ucraina. Circa il 70% riguarda prodotti alimentari. Il problema più grande si porrà quando fra qualche mese le conseguenze del conflitto si rifletteranno sulla nostra economia».
I riflessi più impattanti sulle famiglie e sulle micro imprese. I costi dell’energia, maggiorati ancora, influiranno sulle imprese che ne consumano molta. Varrà per tutta Italia, ma – sottolinea Spina – «in Molise il problema sarà ovviamente ancora più sentito con effetti diretti sulla nostra capacità di generare reddito regionale, anche a causa della contrazione delle esportazioni verso Russia e Ucraina» e «una compressione delle possibilità di spesa relativa delle famiglie molisane finirà per allargare ulteriormente il divario con le altre regioni italiane». Servono, a suo parere, «fermezza totale e serie ritorsioni, bisogna portare la Russia all’isolamento economico». E tutele per i redditi delle famiglie più deboli. «Il 70% del reddito è in mano al 20% degli italiani. È il momento di capire chi deve fare i sacrifici».
Da Palazzo D’Aimmo la nota della consigliera di FdI Aida Romagnuolo: «Evento drammatico, vicinanza ai civili e sostegno agli Alleati». Mentre giovedì prossimo, 3 marzo, in piazza Municipio si terrà una manifestazione spontanea, fra i promotori il prof Umberto Berardo. Cinque minuti di silenzio intervallati dal grido di una ragazza “No alla guerra” e letture di poesie e testi letterari da parte degli studenti. Le Acli, inoltre, invitano ad esporre, il 2 marzo, le bandiere arcobaleno e ad aderire al digiuno per la pace promosso dal Papa.
r.i.


























