Il rientro di Marina, con la sua bimba di quattro anni, nella notte a Jelsi. Ad accoglierla, la prima ex bambina di Chernobyl tornata dalla sua famiglia molisana ha trovato un cartello colorato di benvenuto. In Ucraina ha lasciato il marito e suo padre, entrambi arruolati, e la madre che è infermiera. La famiglia Santella Valiante non ha avuto un attimo di esitazione e l’ha convinta che qui sarà al sicuro mentre nel suo paese infuria la guerra scatenata dalla Russia di Putin.
A Campobasso ieri pomeriggio si è svolta l’assemblea delle famiglie che hanno accolto, per 15 anni, mille bimbi sopravvissuti a Chernobyl. Fra le altre azioni che saranno messe in campo, una raccolta di fondi per supportare chi sta tornando in Molise.
Da ieri sera, inoltre, la veglia per la pace nelle parrocchie della diocesi di Campobasso organizzata dal vescovo Bregantini.
Le Regioni, coordinandosi con la Protezione civile, sono pronte all’assistenza sia degli ucraini in fuga sia della popolazione rimasta nel Paese martoriato da missili e bombe. «Ci siamo confrontati con il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio per coordinare gli aiuti all’Ucraina e agli altri Paesi confinanti, l’assistenza sanitaria di cui necessita la popolazione ucraina e le operazioni di prima accoglienza dei profughi, azioni che saranno concertate con la Protezione civile nazionale e il ministero della Salute. Le Regioni sono vicine al popolo ucraino e faranno tutto ciò che è nelle loro possibilità per sostenerlo in questo momento difficilissimo che ci auguriamo possa essere presto superato», ha spiegato ieri il governatore Donato Toma.
Nella giornata di oggi dovrebbe essere definita un’ordinanza riguardo alla vaccinazione anti Covid dei profughi già arrivati o in arrivo. In Ucraina è stato somministrato lo Sputnik che in Italia non è autorizzato.
Neuromed, intanto, ha messo a disposizione dei ricercatori delle università ucraine le proprie strutture. L’Irccs di Pozzilli coprirà le spese di vitto, alloggio e della ricerca.


























