Ispirazioni:
Come sono belle le donne quando decidono di fare l’amore tra poco*
*Roberto Benigni
Ariete
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Maria Concetta Quici è entrata nella storia come la Cornelia molisana per il grande atto di perdono che riuscì a compiere. Nel 1769 sposò a Termoli Bernardo Brigida, che poi molto giovane morì ma che ai cinque figli e alla moglie lasciò di che vivere dignitosamente. Anni dopo due dei loro figli furono coinvolti nella vicenda del Cenacolo Culturale di Castelbottaccio e, dapprima arrestati, beneficiarono di un editto francese che concesse libertà ai prigionieri politici. Al loro rientro a Termoli però una banda di sanfedisti li catturò e giustiziò. Maria Concetta con grande dignità sopportò anche questo dolore. Settimane dopo una truppa francese giunse nella località molisana per punire e fucilare i responsabili dell’assassinio dei fratelli Brigida ma, proprio quando il plotone era pronto a colpire, la coraggiosa donna si mise tra gli assassini e i fucilieri e gridò di non sparare. Aveva visto fin troppo sangue e si era risolta al perdono. Nelle prossime settimane voi Ariete sarete chiamati a un perdono molto più semplice e, il ricordo del grande spirito di Maria Concetta, vi convinca a concederlo.
Toro
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Elena Ciamarra è stata una pittrice e musicista italiana, di origini molisane, il cui nome riecheggia oggi con la potenza del ricordo di una donna raffinata, appassionata al bello ma anche alla nostra terra nella quale si ritirò gli ultimi anni della sua vita. Afflitta allora dalla quasi cecità e da atrofia delle mani, si fece realizzare guanti per poter dipingere e suonare ancora. In un romanzo di recente pubblicazione, “Una bolla di tempo perfetto”, Andreina di Girolamo ci racconta questa artista dal punto di vista universale della fantasia mescolata alla realtà.
«… da Napoli a Torella, in questa casa
antica, le cui pietre ancora riecheggiano dei suoni delle sue dita
bianche, nervose, bellissime.
E intorno una miriade di quadri dipinti con le stesse mani.
Mani piene di musica, mani piene di toni sfumanti.»
I Toro leggano la storia di Elena, non smettano di appassionarsi, ascoltino note antiche, le uniscano alle nuove. È un mese in cui gli astri invitano alla riscoperta e alla costruzione.
Gemelli
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Stelle cadute e fuoche de restoccia
ardene ancora ncima a la cullina
fratta de luce tra la terra e ‘u ciele.
Stelle che ntienne forza pe fa’ lume…
Suonne ch’hanne paura a piglià vita…
Vuce, e nen siente suone de parole…
Speranze morte che sule ent’u core
resonene. E retruove
luce vita parole.
Questi alcuni versi della poetessa molisana Nina Guerrizio che ha abitato il Novecento della regione con la sua comprensione delle cose, col suo sguardo lucido, con lo studio attento e placido del dialetto. I poeti conoscono l’importanza delle parole e le stelle dei Gemelli, che non devono aver paura a prender vita, raccomandano al segno la stessa attenzione dei poeti, per le parole e per fare di ogni giorno una lirica.
Cancro
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Nù bbone marite fa ‘na bbona mugliera. Ossia Un buon marito fa una buona moglie. Così recita un vecchio proverbio molisano. Nella tradizione molti detti e proverbi sembra abbiano una matrice patriarcale, in accordo con le caratteristiche della società del passato. Questo proverbio pare invece attribuire la riuscita di un matrimonio al comportamento del marito, il quale deve adoperarsi a rendere felice la propria moglie. Un punto di vista rivoluzionario che spinga gli amici del Cancro, per le prossime settimane, a mettere i bisogni della persona amata allo stesso livello dei propri. Non c’è egoismo più sano di quello che ha come obiettivo il benessere di chi ci è vicino, perché quel benessere si rifletterà spontaneamente anche su di noi.
Leone
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La cipolla di Isernia, anche detta Cipolla di San Pietro, è famosa in tutto il mondo per il suo sapore particolarmente dolce tanto che si consuma anche semplicemente col pane. Il suo peso arriva fino a 300 grammi, ha il bulbo bianco e la forma schiacciata. Leggenda vuole che la madre di San Pietro la donò a una donna affamata e che questo sia stato l’unico atto di generosità della sua vita. Voi del Leone, che sapete compiere atti di sano e salvifico individualismo, siete però anche in grado di gesti di grande generosità. Questo mese sarete sul podio dell’altruismo e, chi lo sarà senza chiedere in cambio dalla vita alcuna ricompensa, sarà invece grandemente ricompensato.
Vergine
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La lunga e per lo più perpetua tradizione dell’arte di affilare lame ha permeato il Molise nei secoli, senza mai perdersi del tutto. Ma da qualche anno si è arricchita della prima donna molisana arrotina, Lucia Stasio, originaria di Sant’Elena Sannita, che ha deciso di rendere onore al mestiere del padre e riprendere le redini di una attività che altrimenti sarebbe finita con lui. Con fatica, impegno e una fierezza tutta nostrana, oggi gestisce con successo quella attività ad Ercolano. «Uomini è arrivata l’arrotina», perché il passato si congiunga al presente, perché gli oggetti continuino a conservare il loro uso, perché niente finisca per essere buttato via. Lo ricordino in queste settimane i Vergine e sappiano prendere solo i buoni insegnamenti dalle madri e dai padri, affilare quello che merita di essere conservato. Liberarsi del resto.
Bilancia
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«La moglie è mieze pane.»
«La moglie è mezzo pane.»
Questo detto molisano stava ad indicare quanto la donna fosse fondamentale nella famiglia tanto che già la sua sola presenza equivaleva ad avere «mezzo pane». In realtà un senso più esteso e più moderno è che la donna fa un pane intero per se stessa, se riesce a incarnare le migliori qualità del suo genere. Quando quella donna incontra un uomo che la sa amare, è pronta a donare mezzo pane a lui, parte di sé, e per quell’uomo sarà una vera fortuna. Per i Bilancia il prossimo mese sarà portatore di ottimi incontri, forse qualcuno sarà disposto a condividere il proprio metaforico pane con voi, purché voi siate pronti a fare altrettanto.
Scorpione
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A Civitacampomarano il 21 novembre 1450 Altabella di Sangro, figlia del capitano di ventura Paolo, andò in sposa al conte di Campobasso Nicola di Monforte, detto Cola, noto per la sua enorme bellezza e per il suo carattere impetuoso. E così Altabella da Bologna si trasferì nel castello di Campobasso per un tempo della sua vita che la vide felice in una città che molto amò, accolta con onori e riverenza. Ma il temperamento e la condotta del marito e le vicende che ne seguirono, condussero i coniugi e i due figli nati dal matrimonio a finire in disgrazia e a dover fuggire da Campobasso verso la lontana Mantova, presso la Corte dei Gonzaga. Presto Altabella fu qui lasciata sola, il marito partì per la Francia e i due figli, che avevano lo stesso carattere rude del padre, non le arrecavano alcun conforto. Un mistero avvolge quel periodo, ma al ritorno dalla Francia a Cola giunse voce di condotte biasimevoli della consorte. Egli allora raggiunse la moglie e, senza pietà e senza domandare nulla a lei sulla veridicità di quelle voci, la uccise. Da allora la figura di Altabella finì nell’oblio, come non fosse mai esistita. Non si seppe mai se la donna si fosse davvero macchiata di infedeltà. La furia cieca a volte non perdona non solo quello che è ci stato fatto ma anche quello che non ci è stato fatto. Agli Scorpione per le settimane a venire gli astri suggeriscono di non farsi travolgere da una rabbia senza ragione ma di applicare l’arma più potente al mondo, che pone fine alle peggiori guerre: il dialogo.
Sagittario
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Lucia di Milione (soprannome che probabilmente derivava dal padre Emilio, detto appunto Milione per la grande stazza) nacque e visse a Capracotta tra il 1870 e il 1977. Nel sottotitolo del libro di Antonio D’Andrea, “La pecora che miagola perde il boccone”, è definita Strega, Amazzone e Sacerdotessa. Strega soprattutto perché le donne di allora e di oggi, che scelgono strade non convenzionali, sono tutte chiamate Streghe. Amazzone per il fatto che passò letteralmente la vita nei boschi, a raccogliere erbe e fare tutt’uno con la natura intorno con la compagnia di un bastone, non per difendersi dagli animali, che amava indistintamente, ma da qualche malintenzionato. Non si sposò mai, Lucia, perché diceva di non voler essere comandata da nessuno e fu Sacerdotessa perché spesso era lei a organizzare le Processioni in paese e, pur essendo analfabeta, conosceva perfettamente molte preghiere in latino. La vita libera e particolare e lunghissima di questa donna, un vero Sagittario, ricordi a voi appartenenti allo stesso segno che forzare la propria natura e provare a diventare quello che gli altri vorrebbero, non è il sentiero giusto per vivere con gusto.
Capricorno
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La “signora di Conca Casale” è un salame che, secondo la tradizione, è prodotto dalle donne più anziane del luogo. Il procedimento per la preparazione prevede che tutto sia fatto a mano; alla carne vengono aggiunti aglio, finocchietto, coriandolo, peperoncino e pepe. Il suo sapore è decisamente intenso e robusto ma con qualche nota più dolce. Ai cari del Capricorno le stelle amiche di marzo augurano di imparare, in allegorica veste, il procedimento di una antica ricetta da mani esperte, che sia la ricetta di un salume o quella, altrettanto preziosa, della serenità.
Acquario
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Minna Cammarano è stata una pittrice italiana, con un legame mai spezzato con la terra molisana. Era figlia della musicista e pittrice Elena Ciamarra e, nella sua carriera d’artista che l’ha portata a girare il mondo, mai ha dimenticato di dedicare opere al Molise. Nel dipinto “Strega” viene raccontata una fattucchiera di Torella del Sannio ma l’immagine non è quella di una donna spaventosa e sinistra, è una tenera nonna che racconta favole davanti al focolare quando fuori l’inverno preme. Gli Acquario in queste settimane si ricordino che le streghe, lo ripetiamo, quasi sempre erano donne coraggiose e indipendenti cui era stato appiccicato un fuorviante marchio. Questo li aiuti nei giorni a venire a non dolersi se qualcuno si farà un’opinione su di loro sulla base di una maldicenza. È una liberazione perdere chi non ha voluto conoscerci davvero.
Pesci
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Siamo nel 1781. La bellissima e colta Olimpia Frangipane a soli vent’anni andò in sposa al barone Francesco Cardone, di ventisei anni più grande di lei. Olimpia diede alla luce tredici figli (alcuni dei quali purtroppo furono destinati a una prematura morte). Il ruolo di baronessa, di moglie e madre, che pure riempivano la sua vita, non erano però sufficienti per una donna del suo temperamento. Affascinata dalla cultura e dall’arte, diede vita al primo Cenacolo Culturale nel palazzo Cardone di Castelbottaccio, frequentato da intellettuali, artisti e uomini d’azione, un salotto della Bellezza ma anche delle idee repubblicane e giacobine. La polizia borbonica, dopo averne spiato le attività, arrestò gran parte dei membri facenti parte e condannò Olimpia alla damnatio memoriae: dopo la sua morte scesero sul suo ricordo il silenzio e la dimenticanza, ma la contemporaneità ha resistito lustro alla sua essenza di donna leale, generosa e libera. Ai Pesci gli astri dicono: «Non abbiate paura di non essere compresi né di essere dimenticati, siate leali, generosi e liberi, quali siete, e il tempo vi restituirà il meritato ristoro: avere intorno persone come voi».

























