Sono tre le ‘sorelle’ della variante Omicron del virus SarsCoV2 attualmente in circolazione in Italia, dove non si rileva più la presenza della Delta né di varianti diverse dalla Omicron. Quest’ultima rappresenta ormai il 100% del virus circolante, ma la sua prima versione, la BA.1 si sta contraendo per l’incalzare della BA.1.1, presente per il 36%, e della BA.2, pari al 5%.Una terza sottovariante, BA.3, è al momento molto poco presente.
In Molise, spiega il responsabile del laboratorio di biologia molecolare del Cardarelli Massimiliano Scutellà, la BA.2 è già presente da un po’ di tempo. «Si tratta però di varianti che non destano preoccupazioni particolari. Sono diversificazioni fisiologiche», aggiunge.
In regione, come rileva il Corriere della Sera, il virus continua a correre. Il tasso, anche ieri, è stato superiore alla media nazionale: 14,25% contro 11,2. Scutellà parla di una «consistente trasmissione» prevalentemente riconducibile, a suo avviso, alla coda dell’inverno ancora in atto, il clima freddo che è «un alto fattore di rischio per la diffusione di infezioni di tipo respiratorio».
Ci sono, prosegue la sua analisi, «bacini territoriali più soggetti, per esempio Agnone è particolarmente interessata e lo è anche il basso Molise».
Probabilmente, anche a causa della guerra in Ucraina che ha calamitato l’attenzione e le preoccupazioni di ognuno, il livello di guardia rispetto alle misure anti contagio è scemata. «Non siamo ancora fuori dalla pandemia», avverte però il direttore del laboratorio che da due anni processa i tamponi molecolari del Molise. «È importantissimo continuare a seguire le regole contro la diffusione del virus, tenendo anche in considerazione l’arrivo di profughi dall’Ucraina che vanno, qualora non lo siano, vaccinati».

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