«La bimba è stata presa da qualcuno». Il nonno della piccola sparita per 15 ore a Sant’Angelo Limosano e ritrovata in un dirupo a un chilometro da casa ne resta convinto. Lo aveva detto ai giornalisti domenica mattina. Lo ha ribadito ieri pomeriggio ai microfoni de “La vita in diretta” su Rai1.
È un dubbio che hanno pure gli inquirenti. Perché a cinque giorni dalla vicenda che ha tenuto col fiato sospeso il Molise e l’Italia – una piccola di cinque anni che scompare nel bosco di Sant’Angelo Limosano per una intera notte – il quadro assume contorni diversi da quelli raccontati nell’immediatezza dalla madre.
La 24enne, indagata dalla Procura di Campobasso per abbandono di minore, aveva riferito di aver lasciato la bimba in una stanza per allattare il figlio più piccolo. Durante un interrogatorio, invece avrebbe ammesso di essersi allontanata per alcuni minuti dall’abitazione, che si trova nelle campagne del paese, e di aver chiuso a chiave la porta d’ingresso. La bimba sarebbe uscita dalla finestra, dopo essere salita su una sedia che la madre, a questo punto al rientro, trovò accostata al termosifone. Ha fatto tutto da sola? Queste le domande a cui gli inquirenti da giorni cercano risposte.
Delegati alle indagini i Carabinieri e la Squadra mobile di Campobasso, con attività di verifica e compiti diversi in base alle indicazioni del pm. Gli agenti sono tornati ieri mattina a Sant’Angelo Limosano, hanno effettuato sopralluoghi a partire dalla casa e dalla finestra sul percorso che la piccola avrebbe fatto fino al luogo in cui è stata ritrovata la mattina dopo la scomparsa, individuata da due tecnici del Soccorso alpino in volo sull’elicottero della Polizia. Gli uomini della Mobile inoltre, dopo aver ascoltato la bambina in modalità protetta, hanno acquisito i filmati delle telecamere di Sant’Angelo e di Limosano e ascoltato alcuni parenti.
Ai militari dell’Arma il compito di ricostruire le dinamiche interne al nucleo familiare. Loro hanno infatti interrogato i genitori, i nonni e anche conoscenti. Col passare delle ore, quella “certezza” del nonno – che tuttavia sospetta uno sfregio ai danni della famiglia del genero – è diventata un’ipotesi investigativa: qualcuno potrebbe aver fatto uscire la piccola portandola via e il mattino dopo quella stessa persona o un suo complice potrebbe averla fatta ritrovare. Ma chi poteva avere interesse a compiere un gesto del genere e perché? La prima pista porterebbe a un parente che avrebbe voluto infliggere una sorta di punizione alla mamma.
Solo un’ipotesi per ora. Alcune fonti investigative rilevano che le scarpe della piccola erano infangate e i leggings bagnati, condizione compatibile con la permanenza nel bosco. Sotto esame però ci sono anche i messaggi che alcuni parenti della bambina si sono scambiati in quelle ore. Alcuni sarebbero stati cancellati dalle chat di Whatsapp, ma poi recuperati dagli investigatori.
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