Negli ultimi sette giorni lenta discesa dei contagi Covid (-6,5%), stabili ricoveri ordinari (-0,4%) e terapie intensive (-1,7%), giù i decessi (-11,4%). Ma alla vigilia delle festività pasquali «se da un lato tutti gli indicatori certificano una fase di plateau, la circolazione del virus rimane ancora molto elevata: oltre 1,2 milioni di positivi, oltre 60 mila casi al giorno e un tasso di positività dei tamponi antigenici al 15,5%. Indispensabile evitare assembramenti e soprattutto utilizzare le mascherine al chiuso». Così il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, in occasione del monitoraggio indipendente sulla settimana 6-12 aprile.
In particolare, però, la fondazione evidenzia la situazione di stallo della campagna vaccinale. Che si sia «arrestata – è sempre Cartabellotta a parlare – è ormai un dato di fatto, nonostante 4,25 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2,28 milioni con dose booster. I tassi di copertura vaccinale, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato incrementi davvero esigui». Tra il 13 marzo e il 12 aprile le coperture con almeno una dose segnano un esiguo +0,1 passando da 85,5% a 85,6%; quelle con ciclo completo sono cresciute di soli 0,3 punti percentuali passando da 83,8% a 84,1%. Anche le coperture delle terze e quarte dosi procedono molto a rilento con incrementi pari rispettivamente a 1,9 e 4,9 punti percentuali (rispettivamente 81,8% vs 83,7% e 4% vs 8,9%) nonostante l’inizio più tardivo e l’estesa platea vaccinabile.
Fanno riflettere i dati sulle quarte dosi. Al 13 aprile ne sono state somministrate 70.598. In base alla platea ufficiale degli immunocompromessi (791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dell’8,9% con nette differenze regionali: dall’1,1% del Molise al 38,7% del Piemonte.
«Dopo un mese e mezzo dal via libera per i pazienti più fragili – commenta Cartabellotta – le esigue coperture e le rilevanti differenze regionali documentano un vero e proprio flop, alimentato dal senso di diffidenza per un ulteriore richiamo. Ecco perché la somministrazione di un ulteriore richiamo alla platea recentemente allargata ad over 80, ospiti delle Rsa e persone nella fascia 60-79 anni con patologie concomitanti non può essere affidata esclusivamente all’adesione volontaria, ma richiede strategie di chiamata attiva, di fatto mai attuate in maniera sistematica».

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