La terapia intensiva del Cardarelli è tornata Covid free perché purtroppo i due pazienti positivi al SarsCov2 che vi erano ricoverati non ce l’hanno fatta. Si tratta di una 67enne di Campobasso e di una 73enne di Toro. Mentre una 97enne anche lei del capoluogo di regione si è spenta nel reparto anziano fragile. I tre decessi comunicati nel bollettino di ieri portano il totale a 610.
Quattro i nuovi ricoveri, tutti in area medica, e tre le dimissioni. Complessivamente gli ospedalizzati sono 32: 19 in malattie infettive e 13 in anziano fragile.
Ancora elevato il numero delle nuove diagnosi: 458 emersi dalla refertazione di 2.121 tamponi (molecolari e antigenici), il tasso è al 21,6%. Sono 523, invece, i guariti (47.081 complessivi dall’inizio dell’emergenza pandemica). I contagi attivi scendono, anche se leggermente, a 8.701.
Il rapporto settimanale Gimbe
A una decina di giorni dal primo maggio, data in cui dovrebbe decadere l’obbligo delle mascherine al chiuso, nuovi casi, ricoveri, intensive e decessi «presentano una lieve tendenza alla flessione».
Tuttavia, «la circolazione del virus è ancora molto elevata: il numero di positivi, sottostimato, supera quota 1,2 milioni, i nuovi casi giornalieri sono oltre 50mila e il tasso di positività dei tamponi supera il 15%.
Di conseguenza, abolire l’obbligo di mascherina al chiuso è una decisione molto avventata». Così il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, che precisa come l’incidenza superi i 500 casi per 100.000 abitanti in 72 province.
Parte a rilento la somministrazione delle quarte dosi di vaccino anti Covid. Fino al 20 aprile (ore 6) sono state 80.554 quelle somministrate agli immunocompromessi, con un tasso di copertura del 10,2% delle 791.376 persone a cui andrebbe somministrata ma con nette differenze regionali: dall’1,6% della Calabria al 40,5% del Piemonte. Mentre sono state 29.158 le quarte dosi somministrate agli over 80, ospiti delle rsa e fragili tra 60-79 anni, pari allo 0,7% dei 4,4 milioni di persone che rientrano in queste categorie. In questo caso le differenze che vanno dallo 0,04% del Friuli-Venezia Giulia all’1,2% del Lazio. Il dato emerge dal monitoraggio settimanale indipendente della Fondazione. «L’estensione della platea per la quarta dose ad oltre 5,2 milioni di persone (includendo immunodepressi, fragili e over 80) richiede indubbiamente sia nuove strategie di comunicazione, sia meccanismi di chiamata attiva e non può essere affidata solo all’adesione volontaria», ancora Cartabellotta.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*