Un corteo che i promotori hanno voluto fosse simbolicamente funebre. «Perché l’agricoltura è morta. Produciamo già in perdita perché i costi sono arrivati alle stelle. I cinghiali poi distruggono tutto. Noi non siamo più padroni della nostra terra». Centinaia di agricoltori provenienti da tutto il Molise, con 50 trattori che hanno sfilato e poi bloccato le vie d’accesso al Consiglio regionale, hanno protestato ieri chiedendo risposte a quella che da anni è definita emergenza senza che però siano state messe in campo soluzioni incisive.
L’iniziativa è stata organizzata dal neonato Comitato Allevatori e Agricoltori. «In questo modo – hanno spiegato i promotori – vogliamo far sentire il grande disagio che sta subendo l’intera categoria, dall’invasione dei cinghiali al costo esagerato del gasolio e di tutte le materie che servono alla conduzione delle aziende, all’imminente istituzione del Parco del Matese che toglierà territorio e aggraverà il problema animali selvatici».
Davanti a Palazzo D’Aimmo, in molti hanno preso la parola per rappresentare una situazione disastrosa. «Sicuramente la guerra ha accentuato le difficoltà, ma stiamo pagando anche scelte sbagliate del passato. Il fatto che tante persone siano venute qui oggi affrontando anche costi non indifferenti è il segnale che qualcosa dovrà cambiare ed è il motivo per cui è nato il comitato, che è costituito esclusivamente da agricoltori, allevatori e operatori del territorio. Il confronto con le istituzioni si è avviato ma ci aspettiamo risposte concrete. Il tempo delle chiacchiere è finito», ha dichiarato uno degli esponenti del comitato.
Tra gli altri c’erano i tartufai di Riccia, anche a loro manca la materia prima depredata dagli ungulati. Danni, quindi, ai raccolti ma anche all’habitat naturale perché i cinghiali distruggono ad esempio anche le uova della fauna selvatica, come le quaglie e i fagiani. «A noi il sistema Paese chiede di produrre ora, mentre loro banchettano sui nostri campi». Così, è stato ribadito, è impossibile andare avanti.
A raccogliere le proteste degli agricoltori alcuni consiglieri regionali, fra cui Micaela Fanelli, capogruppo del Pd, e l’esponente del Movimento 5 Stelle Vittorio Nola.


























