È nero su bianco in un documento della Regione: la postazione del 118 di via Montegrappa, che l’Asrem ha deciso di demedicalizzare dal 1 luglio, spostando in altre sedi i camici bianchi che vi prestavano servizio, è quella che in anno ha effettuato più interventi. Allertata dalla centrale operativa, si è recata 3.493 volte a prestare soccorso con l’ambulanza e 111 volte con l’auto medica. In totale, 3.604 missioni, il 13% del totale.
Si tratta di dati relativi al 2021 che, si presume, la centrale operativa e l’azienda sanitaria conoscono. Il report della direzione Salute della Regione li ha solo elaborati per un’analisi. Ma è assolutamente logico pensare che la ‘fonte’ sia il servizio di emergenza e che quindi si tratta di numeri che sono nella disponibilità di via Petrella.
Al secondo posto c’è Termoli (3.474), segue l’altra postazione del capoluogo di regione, via Toscana (3.100). Poi Isernia (2.459), Bojano (2.170), Larino (2.026), Venafro (1.918), Montenero (1.358), Santa Croce (1.248), Trivento (1.002) e Frosolone (951). Quest’ultima pure era in predicato di restare senza medico, ma al momento è uscita indenne dalla ‘riorganizzazione’. Appena sotto, Riccia, tallonata da Sant’Elia demedicalizzata a giugno dello scorso anno insieme a Cerro al Volturno e Castelmauro. I numeri e le tipologie di intervento dipendono naturalmente dal bacino d’utenza ma anche dalle condizioni orografiche e demografiche dei territori serviti. La sede di via Montegrappa si occupa non solo di Campobasso città ma anche di tanti paesi dell’hinterland: un’area limitata con tanti abitanti. Mentre, per esempio, Agnone che ha eseguito solo il 3% del totale dei soccorsi (la stessa percentuale di Frosolone e Riccia perché cambiano di poco i numeri assoluti ma il peso sul dato complessivo è lo stesso) deve muoversi su un perimetro molto vasto, in una zona però scarsamente popolata.
Le postazioni in assetto India, vale a dire con solo soccorritori e infermieri, non sono più rischiose in termini di risposta di quelle medicalizzate. Ma in agglomerati urbani più densamente popolati, dove ci sono vie di comunicazione a scorrimento veloce (con una probabilità di incidenti stradali più elevata), può capitare più facilmente di dover correre contemporaneamente su due o più eventi che richiedono la presenza del medico. È per questo che la decisione di depotenziare via Montegrappa sta suscitando polemiche, che non si placano nonostante le rassicurazioni e le spiegazioni, che si riducono sostanzialmente alla innegabile ma pure prevedibile (se si fa riferimento ai pensionamenti ad esempio) carenza di medici.
Il servizio 118 del Molise, inoltre, negli anni 2020 e 20021 ha fatto passi indietro anche rispetto a un indicatore molto importante. In questo caso a certificare l’arretramento è il Tavolo tecnico di monitoraggio. Si tratta del cosiddetto allarme target, vale a dire il tempo che intercorre fra la chiamata al numero 118 e l’arrivo dei mezzi di soccorso sul posto. Il dato ottimale è 16 minuti, nel 2020 in Molise la media era di 29. E nel 2021 è diventata di 30. L’allarme, è proprio il caso di dirlo, è stato evidenziato dai tecnici ministeriali perché si tratta di una performance peggiore del resto d’Italia pur considerando che ovunque i tempi di soccorso si sono mediamente allungati per via del Covid (vestizione degli operatori, triage). Pure nel 2019 il 118 molisano non era in regola: il tempo medio di intervento era di 20 minuti. L’anno prima, idem. A fronte di 16 minuti ritenuti ottimali. Ma così, ha rilevato anche Roma, è troppo. A Regione e Asrem quindi, da molti mesi (da molte riunioni del tavolo) a questa parte, i tecnici hanno chiesto spiegazioni e correttivi.
r.i.