Migliaia di persone hanno cominciato a sfilare ieri, in un silenzio composto e carico di emozione, davanti alla salma di Papa Francesco, esposta nella Basilica di San Pietro ai piedi dell’Altare della Confessione. È iniziato così l’omaggio del popolo al Pontefice venuto “dalla fine del mondo”, scomparso domenica scorsa, che ha lasciato un’impronta profonda nella storia della Chiesa e del mondo.
La mattina di si è aperta con il rito solenne della traslazione della salma da Casa Santa Marta alla Basilica Vaticana, attraverso Piazza San Pietro. Il feretro, trasportato dai sediari pontifici secondo l’antica tradizione, è stato accompagnato dalle note latine del Salmo 22 e dal suono a morto delle campane. Ad accoglierlo, un lungo applauso dei fedeli assiepati in piazza, stimati in circa 20mila dalla Gendarmeria vaticana.
Presenti al rito circa ottanta cardinali, tra cui Pietro Parolin, Luis Antonio Tagle, Giovanni Battista Re, Konrad Krajewski, Gianfranco Ravasi, Raymond Burke e molti altri già giunti a Roma in vista delle esequie e del successivo conclave. Dopo la cerimonia, presieduta dal Camerlengo cardinale Kevin Farrell, la bara è stata posta su una pedana a terra, senza catafalco, secondo la volontà dello stesso Francesco, che anche nella morte ha scelto la semplicità.
Nel corso dell’intera giornata la Basilica è stata aperta ai fedeli, accolti dalla “famiglia pontificia”, i segretari personali del Papa, i suoi assistenti e l’infermiere che lo ha seguito fino all’ultimo. Tra i primi ad accostarsi alla bara anche suor Genevieve Jeanningros, amica del Pontefice e missionaria tra gli ultimi. Le immagini di famiglie con bambini, religiosi, turisti e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo – molti con le bandiere dell’Argentina e del Brasile – raccontano di un’affluenza che non conosce sosta.
La Basilica resterà aperta ai fedeli fino a venerdì 25 aprile: oggi, giovedì 24, dalle 7 alle 24; e venerdì dalle 7 alle 19. Le autorità vaticane non escludono eventuali proroghe degli orari per consentire a tutti di partecipare al saluto collettivo.
Intanto, mentre cresce l’attesa per il funerale che si terrà sabato 26 aprile alle ore 10 sul sagrato di San Pietro, Roma si prepara ad accogliere capi di Stato, leader religiosi e delegazioni da tutto il mondo. Si contano già 2mila giornalisti accreditati per seguire le esequie e il successivo conclave. Aeroporti, forze dell’ordine e strutture logistiche sono state potenziate per affrontare l’eccezionale afflusso.
Dopo la Messa esequiale, presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re, la bara sarà trasferita nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione, secondo quanto previsto dall’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. La cerimonia sarà officiata dal Camerlengo Kevin Farrell, con la partecipazione di numerosi cardinali e membri della Curia.
A Buenos Aires, intanto, la cattedrale metropolitana ha ospitato una celebrazione interreligiosa in memoria di Francesco. Rabbini, imam, vescovi e pastori evangelici si sono uniti nel ricordo del Papa che ha fatto del dialogo tra le fedi e della pace la sua missione. Un momento toccante, carico di simboli e parole condivise: «Portavoce della pace in un mondo di guerre», lo hanno definito.
Nei giorni del commiato, la voce del popolo e delle istituzioni si unisce in un’unica preghiera. Francesco – Papa della misericordia, della fraternità e delle periferie – continua a parlare al cuore del mondo. Anche adesso, nel silenzio.
Red.Cro.

























