Il Responsibile Research Hospital e i suoi legali ne sono stati sempre convinti: la Regione deve corrispondere all’ospedale il valore delle prestazioni di radioterapia e in genere di quelle salvavita erogate nel 2019 per pazienti molisani. Ma è servita una sentenza, anzi numerose sentenze ed è di qualche giorno fa quella che mette la parola fine alla querelle giudiziaria con Palazzo Vitale sul punto, per attestarlo in maniera ufficiale e inoppugnabile.
La società guidata da Stefano Petracca, assistita dagli avvocati Salvatore Di Pardo e Fabio Verile, ha vinto in Corte d’Appello la causa civile che ha visto la Spa contrapposta in particolare alla struttura commissariale della sanità e alla Regione. Che dovranno quindi saldare un debito di 3,8 milioni di euro.
La vicenda, assai complessa, trae origine dalla modifica delle “regole di ingaggio” per le prestazioni salvavita decisa dalla ex struttura commissariale per il 2019. Il contratto 2016-2018 stabiliva che quel tipo di assistenza, offerta in Molise solo dall’ex Gemelli (in particolare la radioterapia ma anche la cardiochirurgia d’urgenza per esempio), «ospedale di eccellenza» lo definiscono anche i giudici dell’Appello civile di Campobasso, non era sottoposta al tetto di budget e veniva quindi remunerata anche oltre la soglia. Nel 2020, invece, l’allora commissario Giustini modificò con decreto la regolamentazione contrattuale, in via retroattiva peraltro quindi a valere sul 2019, introducendo il limite di spesa anche per le salvavita. Il provvedimento fu impugnato e annullato dalla magistratura amministrativa per quanto riguarda le prestazioni extrabudget per i pazienti extraregionali. Sulle salvavita, invece, il Consiglio di Stato aveva rimesso la questione alla valutazione della Regione. Valutazione, sottolinea l’avvocato Di Pardo, che non è stata mai formalizzata. Di fatto, però, sulla scorta di questo elemento giuridico Responsible non ha ancora ricevuto il pagamento delle sedute di radioterapia erogate ai molisani ormai sei anni fa. Quasi quattro milioni che rappresentano una cifra non marginale per l’ospedale di contrada Tappino rilevato dalla compagine di Petracca.
Il presidente e la governance dell’ospedale non si sono però arresi, fino al verdetto depositato in cancelleria qualche giorno fa. «Per noi era pacifico – il commento di Di Pardo – che le prestazioni salvavita dovessero essere saldate., si tratta di terapie che il sistema pubblico non offre in Molise. La Regione invece riteneva che non fosse così. La sentenza, che arriva a conclusione di un lungo percorso che ha coinvolto la magistratura amministrativa, contabile e ora civile, dà ragione all’operato di Responsible e contezza di una condotta, fuori e dentro le aule di giustizia, sempre lineare. Dimostra – conclude il legale – che eravamo nel giusto».

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