«Non si tratta di una sottrazione, ma di una grande opportunità per il Molise e per l’intero Mezzogiorno». Con queste parole il senatore molisano Costanzo Della Porta interviene nel dibattito acceso sul progetto del collegamento idrico tra la diga di Ponte Liscione in Molise e quella di Occhito in Puglia, finito al centro di una fitta polemica politica e territoriale dopo l’annuncio – a sorpresa – della senatrice pugliese Annamaria Fallucchi (FdI), che ha parlato di «opera storica già pronta a partire da settembre».
Una comunicazione che ha destato più di una perplessità in Molise, dove si sono levate le voci critiche dell’opposizione regionale e degli agricoltori, preoccupati per un possibile «esproprio silenzioso» delle risorse idriche. Ma anche all’interno della stessa maggioranza molisana, il clima non è dei più sereni. Tanto che, ad oggi, il timore più diffuso è che il Molise si ritrovi, ancora una volta, ad assistere impotente a decisioni prese altrove.
Proprio per questo, Della Porta ha sentito il dovere di intervenire. E ha voluto fare chiarezza: «Il progetto non è frutto di un blitz né di decisioni calate dall’alto – scrive il senatore in una nota – ma nasce da una visione di lungo periodo. L’obiettivo è migliorare l’efficienza del sistema idrico interregionale, nel rispetto assoluto delle priorità molisane. Nessuno porterà via l’acqua al nostro territorio».
Della Porta chiarisce che la priorità resta il Molise, a partire da un’opera essenziale come il dragaggio della diga del Liscione, oggi fortemente interrata. Solo recuperando pienamente la sua capacità di invaso – spiega – sarà possibile aumentare la riserva disponibile per i territori molisani, e destinare l’eventuale surplus a uso irriguo anche in Capitanata.
«È un’operazione che può garantire decine di milioni di metri cubi d’acqua in più – sottolinea – che al momento vengono buttati a mare. Un lusso che non possiamo più permetterci in tempi di crisi climatica».
Nessun via libera incondizionato, comunque: il senatore ribadisce che ogni passaggio dovrà essere formalizzato attraverso un protocollo d’intesa, sottoscritto da tutti gli enti interessati, Regione Molise in primis. E non manca un appello alla cooperazione interregionale: «Oggi è la Puglia ad aver bisogno di una parte dell’acqua che noi sprechiamo. Domani potremmo essere noi a contare sul sostegno dei territori vicini».
Una linea, quella tracciata da Della Porta, che non solo punta a rasserenare il clima, ma rischiara finalmente i contorni di una vicenda che, per ore, è apparsa dominata dalla confusione e dal silenzio istituzionale. Le posizioni critiche espresse da Micaela Fanelli (PD) e Roberto Gravina (M5S), così come l’entusiasmo con cui la CIA Agricoltori Capitanata ha accolto il progetto, fotografano bene il clima di incertezza che si era creato. Ma è proprio l’intervento del senatore molisano, vicino alla premier Meloni e considerato tra gli esponenti più ascoltati a Palazzo Madama, a rimettere ordine nella questione.
Della Porta smentisce che si tratti di un’operazione a senso unico, e anzi assicura che gran parte dei 190 milioni stanziati sarà destinata proprio alla realizzazione di opere fondamentali sul versante molisano, a partire dal dragaggio del Liscione.
Probabile – ma il senatore non si pronuncia nel merito – che la comunicazione della collega pugliese Fallucchi sia stata una fuga in avanti, dettata più dal desiderio di intestarsi un risultato in vista delle imminenti elezioni regionali in Puglia, che non da una volontà politica di escludere il Molise. Una lettura confermata anche dall’assenza della nostra regione nel comunicato ufficiale della senatrice, che pure ha rivendicato l’opera come una «vittoria per la Capitanata», senza mai accennare al contributo o ai benefici attesi per la regione confinante.
Ora che la cornice si fa più chiara, resta da mettere nero su bianco i dettagli: quote, tempistiche, priorità, garanzie. E farlo all’interno di un protocollo d’intesa condiviso, che dia forma e sostanza allo spirito di cooperazione tra regioni evocato più volte. Perché se è vero che l’acqua è una risorsa comune, è altrettanto vero che ogni territorio ha diritto a essere protagonista delle scelte che lo riguardano.
ppm