Dopo la “sveglia” agli amministratori regionali, l’ex assessore Gianfranco Vitagliano ha sottoposto la sua exit strategy dal commissariamento della sanità ai parlamentari del Molise.
Nella nota – inviata ai deputati Lancellotta e Cesa, ai senatori Della Porta e Lotito ma pure al presidente della IV Commissione di Palazzo D’Aimmo, Cavaliere, e ai presidenti delle Province Puchetti e Saia (quest’ultimo anche in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci Asrem) – Vitagliano riassume le cifre del disavanzo che a suo parere non andavano considerate nel deficit o che sono state considerate più volte (dagli oltre 84 milioni di contributi Inps non pagati dopo il sisma 2002 a 35 milioni di extrabudget dei privati fino al mancato trasferimento di premialità dallo Stato) e riassume: si tratterebbe di un importo complessivo che ridurrebbe, e di molto, il disavanzo cumulato accertato dal Tavolo tecnico.
«Tutto si muove, oggi, nel governo della nostra sanità – a cominciare dall’attività di una oppressiva struttura commissariale – sulla base di rilevazioni finanziarie affette da errore. Lo ha confermato – anche ed esplicitamente – il presidente della Regione in un suo intervento in aula consiliare. Nell’allegare la mia nota, voglio richiamare la vostra attenzione sulle criticità riscontrate nella definizione dei disavanzi annuali – lì ben esplicitate – e, soprattutto, sulle conclusioni che portano a valori di gran lunga inferiori a quelli assunti dal Tavolo tecnico ministeriale e dalla struttura commissariale, sulla base dei quali – com’è noto – siamo stati sanzionati, e più volte, con la soppressione di servizi, il blocco automatico del turn over, l’aumento delle aliquote fiscali, il divieto di effettuare spese non obbligatorie – spiega Vitagliano nella missiva ai parlamentari – Quest terra, condividerete, non merita distrazioni e sufficienza da nessuno, men che meno da quelli che la governano. Credo fermamente che un serio confronto con il Governo nazionale possa portare a rivedere condizioni e decisioni in sanità, fino all’uscita della Regione dal piano di rientro e al ritorno della competenza al soggetto naturale cui spetta – la Regione – forte della sua legittimazione democratica. Ognuno di voi avrà ben chiari i doveri della rappresentanza istituzionale – e, tra questi, quello della tutela dell’interesse pubblico e del bene comune – a voi affidata dai molisani. Sono, perciò, a sollecitare ogni opportuna iniziativa utile ad indurre una tempestiva e forte azione del governo regionale che, sono certo, poi sosterrete. Si tratta di un obiettivo possibile, di importanza storica, a fronte del quale non può che passare in secondo ordine ogni interesse diverso da quello dei cittadini che abitano in Molise, tanto più in un campo, quello della sanità, che rappresenta la risposta dell’istituzione ad un diritto costituzionale fondamentale: la salute. Ho un passato che non ha bisogno di convalida e, perciò, vi invito a tenere nella massima considerazione questo mio appello», la conclusione dell’ex assessore.

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