L’urgenza di reclutare medici per gli ospedali pubblici, che è stata tamponata per il momento con la soluzione dell’intesa con Cuba ma per la quale in prospettiva – ha auspicato il governatore Francesco Roberti qualche settimana fa – serve una soluzione più organica e strutturale che sarà definita con l’Università del Molise. La necessità di ristrutturare la sanità molisana dandole un impianto più sostenibile economicamente ed efficace nella risposta al bisogno di cure dei molisani, che per l’ex presidente Michele Iorio passa per un policlinico o un’azienda ospedaliero universitaria. L’ateneo di via de Sanctis è stato molto evocato nell’estate difficile della sanità pubblica molisana. Impossibile non chiedere quindi al rettore Giuseppe Vanoli un cenno, un punto di vista, un feedback alla prima occasione utile, la conferenza stampa a margine della prima lezione del semestre filtro di Medicina.
Il primo spunto è offerto dalla cronaca di queste ore: una difficoltà abbastanza “consolidata”, in base a quanto traspare, del Responsible a cui pure Unimol è legata da un protocollo di collaborazione per la ricerca e l’assistenza. «Non possiamo che augurarci che questa difficoltà sia meno grande di quella che si annuncia, non solo perché abbiamo un protocollo con Responsible ma anche perché tutti conosciamo le prestazioni erogate da Responsible per i molisani – la risposta del professore Vanoli sul punto – E, anche questo l’ho già detto, prima c’era un’università, la Cattolica, che erogava un determinato servizio. L’Università degli studi del Molise oggi è l’unica università sul territorio e credo che le vada riconosciuto questo ruolo. Certamente a servizio delle istituzioni. Intendo Regione, quindi la politica, i commissari: noi siamo pronti a discutere, a fare parte di un meccanismo che deve aiutare i molisani. Poi, ripeto, la speranza è che Responsible sia in condizioni meno gravi di quello che le cronache quotidiane raccontano».
Nelle sue fin qui poche dichiarazioni sulla sanità regionale, cui Unimol dà già un supporto cruciale attraverso un protocollo per l’integrazione, il nuovo rettore – ordinario di Fisica a Ingegneria medica ma ingegnere e non medico – ha avuto modo di ribadire la sua linea di pensiero, quella di fondo rispetto all’assistenza: «Continuo a pensare, l’ho già detto in altre occasioni, che il centro debba essere sempre la salute dei molisani», ha ribadito ieri. «L’università è cresciuta nel tempo, io credo che oggi ci siano le basi, le fondamenta e l’organizzazione per dare un importante contributo. È vero, siamo stati “citati” – ha risposto alla domanda sul fatto che, per dirla con un po’ di leggerezza, intorno a Ferragosto spesso gli saranno “fischiate le orecchie” –, ne siamo contenti, bisogna vedere poi cosa succederà».
Alcuni punti fermi, però, già ci sono. «Il presidente Roberti ha messo in evidenza una cosa in cui noi crediamo fermamente: il ruolo degli specializzandi e dei giovani medici. La crescita dell’Università oggi deve essere testimoniata con un incremento ulteriore della capacità di attrarre giovani medici e specializzandi che rappresentano realmente il futuro».
A ottobre dovrà essere rinnovato il protocollo d’intesa con la Regione che viene poi attuato dall’Asrem. «Stiamo preparando una bozza, ne discuteremo con i commissari, con il presidente della Regione e con tutte le figure coinvolte, compreso il dg Asrem perché il protocollo di integrazione è un esempio virtuoso dal punto di vista teorico, poi va tradotto nella pratica quindi tutti gli attori devono contribuire a far sì che l’integrazione sia reale».
rita iacobucci

























