Se è vero che al Neuromed non è possibile trattare un paziente politraumatizzato o una donna in gravidanza che abbiano un ictus – è possibile trattare l’ictus ma non il resto delle condizioni cliniche – lo è altrettanto che, per esempio, l’azienda sanitaria regionale avrebbe dovuto attivare almeno cinque anni fa la teletroke.
E invece oggi emerge, dal verbale della riunione del Coordinamento delle reti tempo dipendenti, chiamato a gestire l’attivazione della nuova rete nel termine di metà settembre assegnato dai commissari della sanità, che quella soluzione organizzativa è rimasta solo sulla carta. Che il personale dei Pronto soccorsi pubblici non ha mai ricevuto specifica formazione per utilizzare la tecnologia InTouch acquistata nel 2019 per consentire, all’occorrenza, di somministrare anche a Termoli e Isernia una trombolisi.
Diventa un caso, ancor più di quello che si poteva immaginare, il lungo elenco di «criticità» contenuto nel documento firmato dal direttore sanitario Asrem Bruno Carabellese (coordinatore del gruppo di lavoro) a margine della prima riunione dell’organismo, la seduta conclusa con la «impossibilità di procedere all’attivazione della rete ictus nel termine prescritto». Un caso ingarbugliato che adesso è sul tavolo del dg Giovanni Di Santo. A lui hanno infatti scritto i commissari Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo una volta ricevuta la nota di Carabellese: se sono vere le criticità diffusamente illustrate, è a rischio la presenza del Cardarelli nella rete d’emergenza dedicata al trattamento della patologia cerebro vascolare. E lo spettro sembra il solito: accordi con ospedali di fuori regione. Al manager di Benevento sta adesso sciogliere la matassa. «Senza giri di parole, in quella lettera Asrem dichiara di fatto di non essere in grado di curare l’ictus nell’ospedale regionale. Mi chiedo come abbiano fatto finora allora…. Senza tralasciare che questa “ammissione di colpa” potrebbe dar vita a contenziosi rispetto alle cure erogate in questi anni. Ripeto: se le cose che ci hanno scritto sono vere, difficoltà e criticità reali. Attendiamo la risposta del direttore Di Santo per capire cosa fare – conferma Bonamico – Eventualmente, dovremo trovare soluzioni alternative».
Il decreto 100 che riorganizza la rete ictus affida, in estrema sintesi, la cura dell’ictus ischemico trattabile con trombolisi farmacologica alla Stroke unit di I livello del Cardarelli. Quella per l’ictus ischemico complicato e per l’emorragico al Neuromed che dovrà garantire un servizio di radiologia interventistica h24 e sette giorni su sette, quindi una Stroke di II livello.
L’attuazione dei percorsi tocca all’Asrem. E qui i nodi sono venuti al pettine. Seduti allo stesso tavolo, rappresentanti dell’azienda pubblica e dell’Irccs di Pozzilli hanno analizzato le condizioni di partenza per capire come arrivare al risultato finale. Per i politraumatizzati, si legge fra le altre cose nella nota, bisognerà ricorrere a strutture extraregionali. Non ci sono le stroke area nei reparti di Medicina, non è attiva la telestroke (addirittura al Veneziale non si può effettuare la trombolisi per «carenza di locali idonei» e anche a Termoli il Ps andrebbe ristrutturato), il 118 non può aspettare che al Neuoromed definiscano il quadro clinico di un paziente in codice ictus o la successiva decentralizzazione perché si rischia l’interruzione di pubblico servizio. E, ancora, carenza diffusa di personale e in molti dei reparti pubblici interessati. Dal Neuromed si attende evidenza «della formale istituzione presso l’Irccs della Stroke Unit di Il livello rispondente ai criteri di accreditamento previsti dal dm 70/2015 e se la stessa, in quanto tale, possa assolvere anche alle specifiche competenze di una Stroke Unit di I livello garantendo, qualora necessario, la terapia fibrinolitica sistemica ai pazienti afferenti al Pronto soccorso dei presidi ospedalieri».
In conclusione, guardando in casa propria, il gruppo di lavoro attesta che negli ospedali pubblici «le criticità richiedono immediati interventi dispositivi in ambito strutturale, tecnologico e di personale, atti a garantire la congruità e la conformità delle risorse aziendali necessarie all’attuazione del Dca 100/25 nei modi indicati e nei termini prescritti».
Qualunque fosse l’intento, qualunque sia la portata dei rilievi contenuti nel documento, in via Genova non l’hanno presa bene. E hanno chiesto conto al dg Di Santo. Immediata la ripresa del braccio di ferro fra commissari e Asrem. «Non potevamo fare diversamente. Forse non ci si è resi conto della gravità di quanto scritto in quella nota – conclude Bonamico – Se la realtà è questa, per la rete ictus dovremo trovare una soluzione alternativa». ritai

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